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C.E.A
ASSA Urbino
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Elettrosmog
a Urbino
Urbino non è più città a
rischio elettrosmog. Almeno da un anno, da quando cioè,
il Comune ha richiesto lintervento del CSAAE, Centro Sistemi Audiovisivi Acustici ed
Elettromagnetici. I cittadini che mandano i loro figli al
liceo Laurana, in via Giro del Cassero, possono tirare un
sospiro di sollievo: gli alti valori di emissione che si
registravano nelle aule 4C e 2C, situate alla stessa
altezza dei ripetitori, hanno subito una brusca discesa,
passando rispettivamente dai 10 e 12 volt/metro, ai 0,5 e
2 v/m.
Dopo il primo monitoraggio (realizzato nel maggio del
98) i gestori presenti nella zona (Omnitel e Tim) hanno provveduto a cambiare la struttura
e la direzione del fascio di emissione dei tralicci. Il
decreto che regola la materia, infatti (il n.381 del
1998), fissa a 6 volt/metro lobiettivo di qualità.
"Il risultato è che ora tutti i valori sono al di
sotto della soglia minima di rischio", spiega
Alessandro Gambarara, collaboratore del CSAAE . La
"seconda c" continua ad avere i valori più
alti (che oscillano tra i 2 e 2,5 v/m nellarco
della mattinata) le altre aule, invece, hanno fatto
registrare valori di molto inferiori per lo scarso potere
penetrante delle radiazioni, che non riescono a
"bombardare" le infrastrutture.
Situazione sotto controllo anche fuori dal centro
storico: secondo le ultime rilevazioni (13 marzo 2000) il
valore medio di emissione nelle zone di Castelboccione e
S. Eufemia (siti di ripetitori Tim) è di 0,5 v/m. I dati
salgono leggermente alle Cesane (1 v/m massimo) dove si
trovano le antenne di Rai, Wind ed una Tv privata. I picchi più alti
sono stati registrati a Paganica, dove i valori, pur
mantenendosi nella norma, aumentano in prossimità dei
ripetitori (uno televisivo, uno cellulare), fino a
toccare i 4 v/m. La peculiarità che fa di queste zone
"siti privilegiati" di ripetitori, è
lisolamento e "laddove esistono delle
abitazioni, come a Le Logge, i fasci di emissione delle
antenne sono rivolti altrove".
Dunque molto è stato fatto. Ma quali sono i progetti per
il futuro? Il Comune guarda soprattutto alla salvaguardia
del centro storico e pensa ad un cablatura leggera della
città che si avvalga di microcellule e di "fili
sottili che passano sotto le grondaie".
"Vogliamo eliminare tutte le antenne e le parabole
private, facendole confluire in ununica antenna per
quartiere", spiega Giorgio Ubaldi, assessore ai Lavori Pubblici.
La previsione, in termini di costi, è di un miliardo e
700 milioni ogni 1000 utenti. "Il 60% delle spese
continua Ubaldi - verrà coperto dai gestori
telefonici, in più abbiamo chiesto un contributo a
livello europeo". Nel frattempo Comune e gestori
pensano allindividuazione di siti alternativi, in
cui far confluire le antenne del centro."Un sito è
già stato individuato nella zona di Ripa del Sasso, alle
Cesane" spiega Massimo Guidi, assessore allUrbanistica
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