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Mappe: l'Italia a rischio
I siti più a rischio
Le scuole più a rischio
L'elettrosmog in casa
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L'anomalo italiano
"L'Italia è un caso unico al mondo, con 60mila
trasmettitori e ripetitori televisivi, più che negli Usa
e oltre 5mila stazioni radiobase per la telefonia
cellulare", Valerio Calzolaio, sottosegretario
all'Ambiente, è perentorio nel definire il nostro Paese
"un caso unico al mondo".
Tv e radio: in Italia operano 700 emittenti
televisive e 2400 emittenti radiofoniche
Antenne trasmittentii: intorno alle nostre città
proliferano circa 60.000 antenne, contro le 12.000
presenti negli Usa.
Linee elettriche: una rete di elettrodotti di
quasi 1.000.000 di chilometri.
Telefoni cellulari : sono 28 milioni, un
numero superiore a quello dei telefoni fissi. Questa
cifra è destinanta a raddoppiare nei prossimi anni data
la presenza sul territorio di numerosi gestori.
Stazioni radio-base per
telefonia mobile : solo a Roma sono oltre 700 le antenne
installate.
Casi celebri: il Veneto
Con la sentenza di Mirano del 27 settembre 1999 il Tar del
Veneto ha impedito il trasferimento di una scuola
elementare in un edificio a ridosso di un elettrodotto,
con la motivazione che lelettrodotto in questione
superasse i 0,2 microtesla, limite massimo di esposizione
fissato dalla legge regionale (43/93 in vigore dal 1
gennaio 2000).
Questa sentenza, confermata nellottobre successivo
dal Consiglio di Stato, ha dato il "la" ad
altre azioni penali. Dopo il caso, infatti, la
procura di Venezia ha lanciato ufficialmente un invito
alla popolazione a segnalare eventuali casi di leucemia,
tumori dellencefalo e ipersensibilità collegabili
con la vicinanza di campi elettromagnetici. E il
risultato è un'inchiesta cui sta lavorando il
procuratore della Repubblica Casson.
Piemonte, la lotta di Guariniello
Il legislatore ha equiparato il furto di energia
elettrica a quello di cose mobili e stabilisce, per
analogia, che le onde elettromagnetiche rientrano fra le
cose. L'articolo 674 del codice penale punisce chi, con
getto pericoloso di cose, provoca l'emissione di gas,
vapori e fumo molesti. Estesi, dopo questa sentenza ai
"treni di onde".
Da 25 anni Guariniello si batte per una bonifica delle
zone a rischio elettrosmog. In agosto è riuscito, con un
decreto, a far chiudere un parco giochi di Torino, in
prossimità di antenne. A novembre ha aperto un'inchiesta
per omicidio e lesioni colpose in seguito alla
segnalazione di 7 casi di neoplasie di origine
ematologica fra gli inquilini di una palazzina a poca
distanza dalle antenne del Colle della Maddalena. Il
magistrato ha aperto un'inchiesta.
Le
antenne più pericolose d'Italia
Emilia Romagna, Piemonte e Lazio sono le regioni più a
rischio elettrosmog. E' quanto emerge da una mappatura
resa nota dal ministero dell'Ambiente. In Emilia Romagna
sono 24 le località in cui l'inquinamento
elettromagnetico desta allarme, perchè supera i limiti
fissati dal decreto ministeriale del dicembre 1998, in
Piemonte 16 e nel Lazio 13.
"Questa è solo una mappa parziale e provvisoria dei
siti caldi, ma abbiamo già un'idea abbastanza chiara dei
circa 90 siti da risanare, per quel che riguarda
esclusivamente le antenne radiotelevisive", spiega
il sottosegretario all'Ambiente Valerio Calzolaio.
Disponibile, per ora, è solo uno spaccato parziale:
manca il quadro delle antenne per la telefonia mobile e
quello degli elettrodotti. Ma i circa 1.600 controlli
messi in atto dalla rete delle Agenzie regionali e
nazionali per l'ambiente rivelano che "la situazione
non raggiunge dimensioni drammatiche sul territorio
nazionale".
Impossibile per ora calcolare, secondo l'Ambiente, la
percentuale di siti inquinanti sul totale nazionale:
delle circa 34.000 sorgenti censite per le antenne
radiotelevisive (9.900 radio private, 2.600 radio Rai,
15.800 tv private, 5.200 tv Rai) in molte situazioni è
proprio la coesistenza di numerose impianti a far sforare
i limiti fissati dalla legge.
"Questo lavoro - continua Calzolaio - servirà in
primo luogo a segnalare dove intervenire, per prevenire i
conflitti: non vogliamo assistere passivamente a una
soluzione giudiziaria dei problemi, vogliamo trovare
piuttosto una strada per la concertazione che salvi
qualità del servizio e la salute dei cittadini".
(immagini
riprese dal sito della Rai)
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