Ballando sulle mine

home

il ritorno

la ricostruzione

il confronto

Sei in homepage/ il ritorno/ un paese a metà

 
Un paese a metà
 

 

la guerra dei numeri
le ragioni per non tornare
il primo giorno
solo per un giorno
un paese a metà

 

Admir, 26 anni e Mara, 57, sono due volti della stessa realtà

Passo per strada con la telecamera, una donna in un cortile mi invita a entrare. Ha trent’anni, si chiama Jasminca. Mi invita in casa, mi offre da bere, mi chiede che faccio per vivere. “E tu cosa fai?” le chiedo io. “Niente” risponde. Si scopre la coscia e mi mostra una ferita che le risale la gamba. “Ho combattuto - dice - ora ho una pensione. Sto qui, aspetto il tempo che passa”. Tra i pochi altri che vivono a Kolibe stabilmente c’è don Zeliko, il parroco della chiesa cattolica. Alla sera siede sul terrazzo col cane. Mi racconta che non capisce le paure degli altri, la paura dei serbi e della solitudine. “Amo stare solo” mi dice: “Potrei dormire là, in mezzo alla strada”.

Anto vive con don Zeliko nella casa parrocchiale, perché sua moglie si è rifiutata di tornare: “Non è venuta nemmeno a vedere. Io un po’ alla volta ho sistemato la casa. Adesso è pronta, pulita ma vuota”. La moglie di Anto ha un appartamento in Croazia. “L’altra settimana mi ha chiesto i soldi del riscaldamento, ma io non glie li ho voluti dare. Ho una casa qui, non posso mantenerne due”. Ma Anto non riesce a dormire da solo, così si è accampato da don Zeliko. Va a casa ogni tanto, a tenerla pulita o a raccogliere prugne. E come lui sono in tanti che qui hanno solo una vita a metà.

La raffineria che prima dava lavoro alla maggior parte della popolazione Kenan, 23 anni, vive a Sarajevo per frequentare l’università. Suo fratello Dzenan, invece, lavora a Odzak. Il loro sguardo su Kolibe è disincantato: “Siamo orfani di guerra, ma in un certo senso siamo fortunati: riceviamo una pensione per nostro padre. Le altre famiglie sono ridotte a sperare negli aiuti dall’estero. Il massimo che puoi fare è lavorare a giornata, o arrangiarti con quel che coltivi nell’orto. Chi ha potuto, ha sposato qualcuno di fuori, semplicemente per andare via". Dzenan sta mettendo da parte un po’ di soldi, con la speranza di aprire un negozio. "Ma non so se amo questo posto al punto di non voler vivere da un’altra parte”.

C'è anche chi ha già deciso. Come Admir, che da anni vive in Italia ed è sicuro che non tornerà. “Sarebbe troppo strano vivere qui pensando che poco tempo fa quelli del paese vicino mi bombardavano. I miei quando andranno in pensione torneranno, io e mia sorella verremo al massimo per le vacanze”. Admir fa il dottorato in chimica a Torino, e pensa di aprire un’azienda in spin off". “Qui non ci sono opportunità per i giovani. Anche della vicina raffineria oggi funziona solo una piccola parte, e comunque quei pochi posti sono dei serbi”. Anche per questo la grossa differenza è avere o non avere un parente all’estero. Uno stipendio medio è sui 250 marchi (100, 120 euro), una pensione anche di soli 100 marchi: “Un solo euro può fare la differenza. Conosco una donna che vive vendendo cipolle e il latte della sua unica capretta. E’ assurdo essere ridotti allo stadio preistorico di vivere di quello che si raccoglie”.

A sentirlo parlare torinese è strano pensare che tutto è iniziato da un colpo di fortuna. “Mio padre era stato avvisato da alcuni amici, così siamo fuggiti appena in tempo". In ottobre la fuga verso Fiume, dove il padre, metalmeccanico, aveva trovato lavoro. Nel 1994 la famiglia si è spostata in Germania, tranne Admir che doveva finire la scuola: “I miei non volevano che perdessi anni a imparare la lingua. Così sono rimasto solo nel campo profughi. Avevo le mie regole, me la sono cavata bene. Il campo era pieno di volontari italiani, col tempo siamo diventati amici. E quando ho finito la scuola mi hanno detto: è un peccato che tu non continui gli studi. E mi hanno offerto il primo anno di università. I miei preferivano che andassi a stare con loro. Però era chiaro che era una grandissima opportunità. E poi ho trovato modo di continuare”.


 

video
56 kb | adsl