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L’immigrazione cinese
in Europa e in Italia

L’immigrazione cinese è una delle più vecchie in Italia e in Europa. All'inizio del Novecento, arrivarono in migliaia, soprattutto dallo Zhejiang meridionale, e si stabilirono in Francia per prendere il posto degli operai francesi partiti per il fronte.

Alla fine del conflitto molti cinesi decisero di restare in Europa e tra le due guerre, a Parigi nacque la prima comunità cinese. Dalla Francia alcuni raggiunsero l'Italia settentrionale e si stabilirono prima a Milano e poi in altre città del nord come Torino e Bologna.

Negli anni trenta e quaranta questo primo nucleo di immigrati crebbe e si consolidò grazie anche ai buoni rapporti esistenti in quel periodo tra la Cina nazionalista e il regime fascista.


E’ stata però soprattutto la seconda guerra mondiale a favorire la diaspora cinese in Europa. Per loro la prima meta non era l’Italia ma la Francia, l’Olanda e la Gran Bretagna. Negli anni sessanta si stabilirono a Milano, cominciando a lavorare nei settori della pelletteria e della ristorazione.

La maggior parte è partita da Wenzhou, città sulle rive del fiume Ou (Oujiang), con oltre sette milioni di abitanti, a circa trenta chilometri dal Mare cinese orientale e 250 chilometri a sud di Hangzhou, il capoluogo della regione. Per secoli Wenzhou è stato un importante porto fluviale, oggi è il centro politico, commerciale ed economico più importante del Zhejiang meridionale. Nel 1984 per decreto del governo centrale è diventata uno dei quattordici porti aperti agli investimenti stranieri e al commercio.

Dallo Zhejiang ancora oggi molti cinesi raggiungono la Francia, l'Olanda, l'Italia e la Spagna ma anche in Svezia, in Belgio, Germania, Svizzera, Austria e paesi dell'Est come la Russia, la Cecoslovacchia, l'Ungheria, la Romania e la Iugoslavia, spesso tappe intermedie del percorso migratorio.

In Italia i primi cinesi erano venditori ambulanti e operai nel settore delle confezioni, borse e cravatte, quasi tutti maschi. Molti speravano di diventare gestori di ristoranti o di aprire attività commerciali in proprio. Gli anni ottanta e novanta hanno segnato il boom di emigrazione dalla provincia dello Zhejiang, con i picchi più elevati nel 1987 quando la sanatoria attirò in Italia anche molti cinesi che vivevano senza permesso di soggiorno in Francia e Olanda.

In questi ultimi decenni a spostarsi non sono più solo gli uomini ma interi gruppi familiari. I cinesi sono presenti soprattutto a Milano, Bologna, Firenze, in varie località della Toscana, e Prato, dove c’è il nucleo più numeroso. A Roma i cinesi vivono intorno a Piazza Vittorio Emanuele II, in pieno centro. Una comunità in via di aumento è quella presente in Campania.

I nuovi immigrati sono giovani, giungono in Italia con maggiori aspettative e la volgia di far carriera al di fuori dei circuiti della cosiddetta "economia etnica" (ristoranti, pelletterie, confezioni).

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Wenzhou


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