I livelli di arsenico nella norma. Al via una commissione di monitoraggio


Pubblicato il 9/04/2012                          
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PESARO –  ”Dopo le risposte del ministero siamo tranquilli, quando un’amministrazione pubblica si assume la responsabilità, bisogna fidarsi”. Luca Ceriscioli sembra un sindaco meno preoccupato rispetto a due anni fa quando scriveva lettere al ministero della Difesa in cui esprimeva paura e una richiesta di chiarimenti sulle discariche di bombe chimiche nel tratto di mare tra Pesaro e Cattolica. Dopo il no da Roma, l’Amministrazione si è mossa per creare una commissione permanente, in collaborazione con Arpam e Università di Urbino, per misurare i livelli di arsenico nei tratti ‘contaminati’.

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Il carteggio tra Ceriscioli inizia nel maggio 2010, poco dopo l’uscita del libro di Gianluca Di Feo. Dopo diversi solleciti arriva la risposta del sottosegretario alla Difesa Francesco Cossiga.

Da alcuni documenti risalenti al mese di luglio 1944 risulta testimoniato l’affondamento di ordigni al largo di Pesaro mediante una chiatta denominata ‘Maria Pia’. Peraltro l’esame della documentazione concernente ‘l’attività di dragaggio e sminamento eseguita dalla Marina Militare’ ha confermato l’attività di bonifica svolta dalla predetta Forza Armata tra il 1945 e il 1950 nei porti e nelle acque interessate dalla presenza di ordigni bellici incluso il tratto di mare di fronte alla costa del Suo Comune: in tale ambito risulta essere stato recuperato e neutralizzato un ingente quantitativo di ‘fusti e bombe ad aggressivi chimici’ per un totale di 9345 ordigni. In tale quadro ulteriori attività per la verifica dei fondali in parola appaiono di dubbia utilità e foriere di ingiustificato allarmismo.

Il sindaco di Pesaro, dopo altre richieste di chiarimento, nel 2011 ha ricevuto l’ultima risposta. “Ci hanno specificato che – racconta Ceriscioli – visto che dalle documentazioni risulta che è il fondale è stato bonificato, qualunque altra operazione deve essere a carico di altri soggetti economicamente parlando”.

Per ora l’amministrazione di Pesaro ha istituito una commissione permanente costituita dall’Arpam (Agenzia Regionale protezione ambiente Marche) e l’Università di Urbino per monitorare due volte l’anno i tratti di costa segnalati come ‘discariche’ di ordigni chimici da Ferdinando Tambroni nel 1951 “così se si verificano anomalie dei livelli di arsenico abbiamo ulteriori elementi per chiedere al Ministero di rivedere le proprie posizioni” conclude Ceriscioli.

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Le rilevazioni Arpam nei punti delle discariche di ordigni chimici

I RILEVAMENTI DELL’ARPAM Durante l’estate 2011 sono stati svolti, su richiesta del sindaco di Pesaro e del Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche, rilevamenti sui livelli di arsenico nei sei punti indicati nel 1951. I livelli risultano nella norma, come le analisi su microrganismi. Inoltre è stato prelevato un campione di sedimento di foraminiferi bentonici per vedere se ci sono malformazioni dovuti alla tossicità da iprite: anche qui esito negativo. “In acqua e nei sedimenti non è stato trovato nulla – spiega Claudio Pizzagalli, direttore dell’Arpam di Pesaro – però rimane sempre quel dubbio se le coordinate sono esatte”. Pizzagalli elenca tre fasi di azione, d’accordo con l’amministrazione comunale: “L’individuazione della localizzazione esatta attraverso geo radar in possesso dalla Marina Militare, fare un monitoraggio mirato, vedere in che stato sono le bombe che oltre al sedimento sabbioso c’è anche il fango, potrebbero essere anche a otto metri di profondità – continua Pizzagalli – una volta visto lo stato delle bombe si può intervenire o con la rimozione o con la bonifica”.

L’INTERESSE DEL PARLAMENTO Dopo il convegno del 21 febbraio in Senato organizzato da Legambiente e Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche, il presidente Alessandro Lelli era scoraggiato: “Pensavo che tutto fosse rimasto immobile nonostante le promesse fatte durante il convegno”. Invece da Roma l’interesse sembra rimanere costante: “Dopo aver inoltrato a tutti i partecipanti del convegno una lettera di ringraziamento, è arrivata una mail indirizzata al Coordinamento da parte dell’onorevole Roberto Rao che ha assicurato di aver richiesto l’istituzione di una commissione di inchiesta e sta preparando una mozione per attivare il monitoraggio completo dei siti contaminati che arriverà alla Camera ‘nelle prossime settimane’”.

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