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Mappa/ Le discariche di bombe chimiche

Pubblicato il 20/04/2012 | di

Nel 1951 il sottosegretario Ferdinando Tambroni, rispondendo a un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Enzo Capalozza, indicò le discariche di bombe all’iprite segnalate dalla Capitaneria di porto di Cattolica sulla base dei rinvenimenti dei pescatori. LEGGI Armi chimiche, dopo 60 anni ancora dubbi: i pescatori contestano le bonifiche Visualizza… [continua a leggere]



I pescatori: “Rigettavamo le bombe all’iprite a tre miglia dalla costa di Santa Marina”

Pubblicato il 18/04/2012 | di
barca

Parlano, per la prima volta, i pescatori di Cattolica e Gabicce che dal dopoguerra fino agli anni settanta trovavano nelle loro reti le bombe all’iprite. Raccontano di un’ ‘usanza’: rigettare gli ordigni a pochi chilometri dal porto di Pesaro: “Sapevamo tutti che erano lì, così non ci pescavamo”



I livelli di arsenico nella norma. Al via una commissione di monitoraggio

Pubblicato il 9/04/2012 | di
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Dopo le risposte del ministero delle Difesa, il Comune di Pesaro ha istituito una commissione permanente costituita dall’Arpam e l’Università di Urbino per monitorare due volte l’anno i tratti di costa segnalati come ‘discariche’ di ordigni chimici da Ferdinando Tambroni nel 1951



VIDEO/ Bombe chimiche in mare: dopo 60 anni ancora dubbi

Pubblicato il 9/04/2012 | di
spiaggia e mare

Dai testimoni del Deposito di Urbino ai pescatori che recuperavano le bombe chimiche nelle loro reti. Fino ai giorni nostri. Le interviste al sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, al direttore dell’Arpam Claudio Pizzagalli, all’onorevole David Favia e ad Alessandro Lelli del Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche



Armi chimiche, dopo 60 anni ancora dubbi: i pescatori contestano le bonifiche

Pubblicato il 30/03/2012 | di
mareiprite

Sessant’anni di dubbi circolano attorno le bombe chimiche gettate dai tedeschi al largo tra Pesaro e Cattolica. Nonostante le rassicurazioni del Ministero della Difesa ci sono testimoni dell’epoca che contestano l’efficacia delle bonifiche. Intanto le associazioni di cittadini non ci stanno e chiedono ulteriori monitoraggi