I pescatori: “Rigettavamo le bombe all’iprite a tre miglia dalla costa di Santa Marina”


Pubblicato il 18/04/2012                          
Tag: , , , , , ,

Colombo ‘Topolino’ Gaudenzi ha 97 anni ed è una ‘personalità’ a Cattolica. Tutti i pescatori sono passati sotto il suo sguardo severo dagli occhi ancora vispi.

Pescatori di Cattolica Credits: Archivio fotografico Biblioteca Polivalente Cattolica

Superare il suo ‘esame’ significava avere tutte le carte in regola per diventare un bravo pescatore. Il signor Colombo parla della sua carriera e quando arriva al dopoguerra il suo viso diventa più scuro: “E’ stato il periodo più brutto”.

GUARDA l’intervista a Colombo Gaudenzi

Racconta di mine ovunque, di giornate in cui non aveva la certezza di tornare vivo a casa e soprattutto parla di quando tra le reti trovavano le bombe all’iprite: “Ne ho raccolte più di una volta, si impigliavano nelle reti”. Era il dopoguerra, nell’estate del 1948. “Se si veniva a contatto con l’iprite ci si ustionava, era pericolosa, tanti pescatori sono rimasti feriti dopo che hanno toccato quel liquido”. I pescatori di Cattolica non sono tuttora a conoscenza della provenienza delle bombe e del perché furono gettate proprio in quel tratto di mare.

Santa Marina Alta a 3 km da Pesaro

LEGGI Armi chimiche, dopo 60 anni ancora dubbi: i pescatori contestano le bonifiche

LEGGI Quando Urbino poggiava su una polveriera chimica

La Capitaneria di porto sembra non fosse pronta a fronteggiare la pericolosità di una bomba caricata con un gas come l’iprite: “La capitaneria ci aveva consigliato di utilizzare la nafta, ma in tanti non hanno seguito questo consiglio, come Venerandi che ha dovuto stare dietro anni alla sua ustione”.

Quando si accenna alle bonifiche Gaudenzi non ha dubbi: “Ma che bonifiche! Lì ci si doveva basare sull’esperienza e sulla pratica, non solo sulla teoria”. Pratica che molto spesso significava rigettare gli ordigni chimici in mare: “Noi pescatori sapevamo che in determinati punti non dovevamo pescare, perché erano localizzate lì, all’altezza di Santa Marina Alta e così facevamo”.

Un’usanza confermata anche da Ivo Magi che però racconta di avere pescato le bombe anche in epoche più recenti e soprattutto dopo la bonifica effettuata dalla Marina Militare dal 1945 al 1950.

GUARDA l’intervista a Ivo Magi

Anche il suo volto quando si accenna alle bombe a gas si fa più scuro: “Sì le abbiamo pescate anche noi. La prima nel 1954 e poi anche dopo, negli anni Settanta”. Inoltre il signor Magi descrive particolari non da poco. Ricorda di non aver pescato le bombe intere ma solamente quello che rimaneva dopo che la salsedine le aveva corrose: “Pescavamo le carcasse delle bombe che erano ricoperte da una lamiera sottile”.

Leggi e guarda anche:

Niente arsenico nelle acque di Pesaro
Le bombe all’iprite: cosa sono e dove furono impiegate

VIDEO/ “Bombe chimiche in mare: dopo 60 anni ancora dubbi”

I commenti sono chiusi