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Lunano: ferisce due carabinieri, condannato (3)

di    -    Pubblicato il 25/01/2010                 
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ore 17,30

Antonio Laceranza, un operaio di 35 anni residente a Caprazzino di Sassocorvaro (PU), è stato condannato questa mattina a 8 mesi di reclusione per resistenza, lesioni aggravate e violenza a pubblico ufficiale. Incensurato, non sconterà la pena in carcere. Potrà perciò tornare a casa, dove però non ci sarà la sua famiglia: la moglie, originaria come lui di Foggia, è tornata dai genitori insieme ai due figli, una bambina di 11 anni e un bambino di 9.

Sabato 23 gennaio, attorno alle 22, la moglie di Antonio Laceranza ha telefonato ai carabinieri: il marito la stava minacciando con una pistola ad aria compressa e una sedia. Quando i carabinieri di Piandimeleto e Macerata Feltria sono arrivati nei pressi della casa della coppia, hanno visto Laceranza scappare in macchina.

La moglie non era in casa. I carabinieri l’hanno trovata in un capanno poco lontano, dove si era nascosta. È andata incontro ai militari piangendo, tenendo il figlio di 9 anni per mano (la bambina quella sera era al cinema). La donna è stata accompagnata in caserma, dove, dopo essersi ripresa dallo shock, ha denunciato il marito.

Una pattuglia ha inseguito l’auto di Laceranza fino a Lunano. Qui si è conclusa la fuga dell’uomo, che ha però opposto resistenza all’arresto. Ha ferito due carabinieri, schiaffeggiandone uno e storcendo un dito all’altro. I due se la sono cavata con una prognosi di dieci giorni.

Anche in caserma a Piandimeleto, Laceranza, visibilmente alterato dall’alcol, ha continuato a insultare e minacciare di morte i carabinieri.

Oggi il tribunale di Urbino ha condannato Laceranza per direttissima: otto mesi di reclusione per resistenza, lesioni aggravate e violenza a pubblico ufficiale. Lo attende il processo per le minacce alla moglie. Laceranza è incensurato: perciò gode della sospensione condizionale della pena, già ridotta da 12 mesi a 8 per patteggiamento. È di nuovo libero.

Secondo l’avvocato difensore, Giuliano Melini, l’uomo “si è reso conto di avere sbagliato. Non farà più una cosa del genere”. Durante il dibattimento, Laceranza si è giustificato dicendosi “stressato per problemi economici”.

(a.c. y.m.)

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