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Il nuovo Rinascimento italiano in mostra

di    -    Pubblicato il 14/04/2010                 
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“È una mostra ricca di corpi, svelati o parzialmente svelati o completamente messi al nudo. Il corpo della donna è al centro, ed è l’icona di quello che è il Bello oggi”. L’artista Grace Zanotto spiega così la ragione dei tanti corpi femminili alla mostra Terzo Rinascimento, a Palazzo Ducale dal 31 marzo.

Zanotto, che è anche curatrice della mostra assieme a Angelo Cruciani, spiega che se nel primo Rinascimento, di cui Urbino è centro rappresentativo in Italia, l’uomo era l’ideale della bellezza, oggi è la donna a rappresentare l’icona estetica per eccellenza.

Il successo della mostra è andato oltre le aspettative: nei primi quindici giorni più di 10.000 persone sono entrate nella Sala del Castellare che ospita pitture, sculture e fotografie di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei italiani. Ed è per questo che gli artisti ringrazieranno la città e i visitatori il primo maggio con istallazioni e performance durante tutto l’arco della giornata. “È una data simbolica: rappresenta il nostro impegno sociale e nella cultura”, spiega Zanotto.


Il progetto parte dall’associazione culturale Famiglia Margini con sede a Milano, che ha scelto una trentina di artisti per poter  ri-canonizzare il significato del Bello oggi attraverso linguaggi diversi. La pittura è quella tradizionale o attraverso spray, la scultura si avvale del riciclo di materiali di scarto e è fondamentale il contributo dei video-artisti.

Uno spazio importante ha la fotografia, attraverso le lenti dei principali fotografi italiani. La mostra ospita una delle immagini più controverse degli ultimi anni: la fotografia di un corpo femminile steso su un letto che ricorda il corpo del Cristo in croce, scattata da Ruggero Rosfer. La foto fu utilizzata nel 2008 per la giornata contro la violenza sulle donne e alcuni quotidiani – l’Unità, Repubblica e il Sole24Ore – sostennero la campagna, mentre il comune di Milano ne vietò l’affissione. “Il pubblico femminile che ha visto la mia opera l’ha accettata e compresa, invece gran parte del pubblico maschile l’ha trovata oltraggiosa”, racconta il fotografo Rosfer, e aggiunge “il Bello, inteso come armonia, può rendere la vita migliore”, rispondendo alla domanda dostoevskiana che gli organizzatori della mostra si sono posti: “Il Bello salverà il mondo?”.

Ma anche altre opere violentano l’immaginazione del visitatore. È il caso di “Happy shopping day” di Paolo Cassarà, una scultura in cui una donna in nihab, il velo integrale, fa la spesa e mostra un pacco di assorbenti interni. Un bambino attaccato al carrello gioca con un aeroplanino militare.

Poi ci sono le sculture dei fratelli Scuotto, eredi di una famiglia napoletana che realizza i personaggi del presepe. Partendo dalla tradizione, i fratelli Scuotto hanno deformato le figure umane trasformandole in satanassi coi piercing al naso e a seni che sono mostrati su corpi con il sesso maschili.

Per questo Rinascimento nuovo non c’è un ideale assoluto e unico di bellezza. Un Gesù bambino in fasce può esibire, legati al ventre, candelotti di tritolo a orologeria (Max Papeschi) mentre l’artista Veronica Bellei si espone in fotografie ispirate dalle richieste di frequentatori di chat erotiche.

Dal XIV secolo al XXI, cambiano le carte in tavola: se nel primo Rinascimento era l’arcangelo Gabriele ad annunciare a Maria Vergine la dolce attesa, oggi è un test di gravidanza a informare a una donna perplessa l’arrivo di un pargolo, nell’opera di Federica Gif “Annunciazione”.

Guida alla Rete

La mostra

Palazzo ducale

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