URBINO – Un’altra riforma è possibile, che venga dal basso e coinvolga non solo il piano nazionale, ma soprattutto il livello territoriale. Gli studenti non si limitano a criticare la Legge Gelmini, ma tentano di proporre un modello alternativo, con l’obiettivo di correggerne gli effetti e rilanciare un’università pubblica, democratica e partecipata.
La proposta, ribattezzata “Altra Riforma”, è stata presentata agli studenti di Urbino da Claudio Riccio, portavoce nazionale di LINK-Coordinamento Universitario, durante il primo appuntamento di Resistenze Anomale.
L’evento, organizzato dall’Assemblea Permanente, nasce con l’obiettivo di tutelare il sapere come bene comune e rilanciare la centralità del diritto allo studio. “Non vogliamo commettere gli errori dell’Onda, che nel 2008 si fermò alla semplice critica della legge 133, attraverso la quale si riducevano i fondi per le Università”, ha affermato Riccio, uno degli studenti ascoltato dal Presidente della Repubblica Napolitano lo scorso 22 dicembre, rivendicando il carattere partecipato di Altra Riforma. “Un progetto in divenire: occorre far partire battaglie sui singoli temi, non solo sul piano nazionale, ma anche su quello territoriale – sottolinea Riccio – in modo tale da poter aumentare i diritti effettivi degli studenti”.
Altra Riforma rappresenta un modello che nasce dal basso, in quanto offre voce agli studenti che si sono mobilitati durante l’autunno: “Legare il momento della mobilitazione con la capacità di costruire valide alternative permette di compiere un salto di qualità”, ricorda Riccio.
Di fronte al taglio ministeriale di oltre 240 milioni di euro in tre anni, gli studenti rilanciano richiedendo la copertuta totale delle borse di studio, attraverso un incremento dei trasferimenti statali alle Regioni: “Con 100 milioni si coprono oltre 30 mila studenti che per legge avrebbero diritto alla borsa, ma che di fatto non la ricevono”, si legge nella proposta.
Il taglio drastico ha coinvolto pesantemente anche l’Università di Urbino: “Le nostre proteste hanno portato la Regione ad assicure alloggi e pasti gratuiti, ma non la copertura monetaria della borsa. Una misura che non è sufficiente”, ha ricordato Rocco Stasi, dell’Assemblea Permanente.
“La ridefinizione dei criteri e delle fasce di contribuzione studentesca e il tema del diritto allo studio, compresa la questione del riordino dell’Ersu, ci permettono di portare avanti vertenze condivise”, afferma Rafael Campagnolo, promuovendo la collaborazione con il Movimento Studenti di Macerata, ospite del dibattito.
“E’ importante battersi per la permanenza degli studenti negli organi dell’Ateneo. Oltre alla rappresentanza però è possibile affiancare strumenti di democrazia diretta, come i referendum autogestiti su singole questioni tematiche, incidendo così in quegli spazi in cui la Legge Gelmini non interviene” conclude Riccio.