URBINO – Dalla Val di Susa alla Città ducale. All’ombra dei torricini arrivano i No-Tav, per una due giorni organizzata dal collettivo studentesco C1 autogestita, in cui quattro rappresentanti del movimento piemontese hanno spiegato le ragioni della loro protesta.
Ieri sera alle 21:30 nel Collegio Raffaello, la delegazione ha spiegato in un incontro pubblico le ragioni e le prospettive future della resistenza nella Valle, mentre questa mattina i membri del movimento sono stati al mercato di Urbino con un banchetto per distribuire materiale informativo.
“Lo Stato vuole costruire l’opera senza dialogo, senza il consenso della popolazione” ha spiegato Maurizio, uno dei portavoce del movimento, impiegato in una cooperativa. “Noi abbiamo dimostrato che non abbassavamo la testa, abbiamo organizzato varie manifestazioni, come quella del 23 ottobre. Ogni organizzazione è stata il frutto di un lavoro lungo e faticoso, deciso in assemblee di popolo di 1000-1500 persone.”
Anche Guido, un altro dei manifestanti, pensionato, è molto critico: “Secondo il Fatto Quotidiano bastava non fare la Tav e vendere frequenze tv per evitare buona parte dei tagli che ci aspettano. I 20miliardi previsti per la Torino-Lione diventeranno presto 50-60, conoscendo l’andazzo delle grandi opere in Italia. Questo vuol dire che un miliardo all’anno sarà nei prossimi anni sottratto ad esempio a scuola e pensioni. Tra l’altro parliamo di un’opera inutile, perché non c’è il traffico che la giustificherebbe. La nostra è una lotta locale ma anche nazionale”.
IL SITO DEI NO-TAV CON LE MOTIVAZIONI DELLA PROTESTA
L’intervento della delegazione contro i treni ad alta velocità è stata preceduta da un comunicato del collettivo C1. “La lotta No Tav – si legge nel documento – smaschera ora più che mai la logica che lega il governo Berlusconi al governo Monti e dimostra come i partiti politici che siedono in parlamento siano tutti sottoposti alla volontà dei poteri economici europei ed internazionali e trascurino del tutto la volontà e il benessere delle popolazioni”.
Gli attivisti sono molto critici anche nei confronti dei media tradizionali, accusati di dare una visione esclusivamente negativa del movimento: “Si salvano giusto un paio di giornali – spiega ancora Guido – la maggior parte di tv e quotidiani non si interessa delle nostre ragioni. E’ curioso vedere come ci dipingano per violenti, quando alle nostre manifestazioni partecipano genitori con bambini nel passeggino e anziani, in pratica le gente comune della vallata”.
La prossima tappa della protesta è prevista per l’8 dicembre, quando nella valle ci sarà l’ennesimo episodio di una contestazione che va avanti ormai da quasi vent’anni.