di Stefania Bernardini e Rossella Nocca
FERMIGNANO – Anche a Fermignano, per far fronte alle conseguenze delle grandi nevicate dei giorni scorsi, è arrivato il rinforzo dell’esercito. Si tratta di 10 uomini del 10° reggimento “Guastatori” di Cremona, muniti di due pale caricatrici, due camion e un veicolo di assistenza per la logistica. Ieri sera i militari lombardi hanno sostituito i loro colleghi di Bologna, arrivati due giorni prima, ma poi chiamati dal Prefetto a Pesaro per risolvere problemi legati alla viabilità.
Se per la prima ondata di neve Fermignano non aveva avuto bisogno di forze esterne, con la seconda nevicata la situazione del centro storico, ma soprattutto del circondario, si è complicata. E ha reso necessario il ricorso a ulteriori mezzi. Ai 50 volontari della Protezione civile fermignanese, che lavorano da due settimane per ripulire e mettere in sicurezza le vie della città, si sono aggiunti, oltre ai 10 militari, 8 uomini inviati dalla Protezione civile nazionale. Grande anche il contributo di 70-80 giovani, che hanno risposto con entusiasmo all’appello del sindaco Giorgio Cancellieri, spargendosi per le strade e liberando le case bloccate dalla neve.
Arrivare in zone con 3 metri d neve non è stato facile, “Abbiamo usato uno snow track di proprietà del Comune per raggiungere famiglie isolate e persone che avevano avuto incidenti, come un signore caduto mentre puliva il tetto – racconta Alessandro Capucci, referente della Protezione civile – abbiamo fatto dai 30 ai 40 interventi giornalieri. E’ stato aperto un centro accoglienza, dove al momento alloggiano volontari ed esercito, perché gli evacuati hanno trovato ospitalità da amici e parenti.”
Rispetto ai primi giorni dell’emergenza, le priorità sono cambiate: “Se all’inizio il problema è stato raggiungere persone isolate senza acqua luce e riscaldamento e poi anche senza cibo – continua Capucci – ora il rischio più grande sono le stalattiti che, col caldo, si staccano dai tetti: sono così grandi che se colpiscono una persona la uccidono”. Non ci sono abbastanza mezzi per rimuovere le lastre di ghiaccio da tutti gli edifici privati, quindi le strade più a rischio sono chiuse alla circolazione. Un altro serio problema è il rischio crollo dei tetti sotto il peso della neve. Già cinque i cedimenti di capannoni, uno dei questi ha riguardato parte del tetto dell’ex lanificio Carotti, da tempo dismesso ma con turbine elettriche ancora in funzione. Si stanno susseguendo controlli nei vari edifici industriali della città, per verificare lo stato delle coperture.
Il lavoro degli spalatori non si ferma neppure quando cala la notte. “I nostri turni iniziano alle 7 di mattina e finiscono alle 2-3 di notte e ci sono anche quelli notturni, anche perchè siamo di supporto al 118 per permettere alle autoambulanze di percorrere le strade”, dice Capucci.
Un’altra grande emergenza riguarda le imprese industriali del territorio, ferme da giorni per i problemi di viabilità: “La provinciale non è stata resa fruibile, i camion riescono a fare solo pochi metri prima di infossarsi”, spiega Capucci. Senza considerare che in questo modo i mezzi di soccorso devono essere impiegati per liberare i camion impantanati e non possono quindi raggiungere le zone difficili, creando un grave disagio al paese.
Oggi abbiamo seguito la Protezione civile in un sopralluogo in un’azienda locale di carpenteria metallica, la Confap, a rischio fallimento perché la sua attività produttiva è sospesa da due settimane. Il lavoro era stato spostato momentaneamente nello stabilimento di Acqualagna per l’impossibilità, per i fornitori delle materie prime, di raggiungere l’edificio di Fermignano. Un mezzo della Protezione civile ha scortato il carico, consentendo alla fabbrica di rimettersi in moto.