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Cancellieri: “Neve calamità naturale, lo Stato lo riconosca”

di    -    Pubblicato il 15/02/2012                 
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di Stefania Bernardini e Rossella Nocca

La situazione a Fermignano, dopo la bufera di neve, è ancora difficile. Il sindaco Giorgio Cancellieri spiega quali sono le principali problematiche della città.

Qual è la situazione post-neve a Fermignano?

Le abitazioni, ora sono tutte libere e raggiungibili e non mancano più di acqua ed energia elettrica, ma ci sono stati momenti in cui le case isolate erano una quindicina. La neve ha prodotto danni incalcolabili, che investono sia il settore pubblico sia quello privato, le industrie, l’agricoltura… E che vedremo soprattutto nei prossimi mesi. Le aziende sono bloccate. Grazie all’ufficio tecnico siamo riusciti a pulire, con un giorno non stop di lavoro, la zona industriale, ma il problema è che la strada provinciale è in condizioni allucinanti. Io – che abito nella frazione di San Silvestro – mi sono intraversato in quella strada cinque volte. Bisogna che la Provincia risponda, c’è un ‘taccone’ con binari gelati, anche se la strada era stata pulita nella precedente ondata di neve. Il nostro rappresenta il terzo polo industriale della provincia, vi arrivano 25000-3000 persone al giorno. E ora le aziende del Nord dicono ‘Non andate a Fermignano, perchè la zona industriale è coperta dalla neve’, è una specie di sciacallaggio. Delle 120-130 aziende presenti a Fermignano, quasi tutte di piccole dimensioni, sono decine quelle che rischiano il fallimento.

Com’è stata affrontata l’emergenza?

Tanta gente ha fatto un lavoro enorme, come gli uomini della nostra Protezione civile, che reputo la migliore dell’entroterra, e i 70-80 giovani che hanno risposto al mio appello aiutando a spalare. Ma ho visto anche un sacco di piagnucoloni che hanno sfruttato il lavoro della Protezione civile con richieste assurde, vergognose per un momento del genere.

Quanto vi costerà questa nevicata?

Questa non va considerata una nevicata esagerata, ma una calamità naturale e spero lo stato centrale la tratti come tale. Bisogna trovare meccanismi di aiuto: il pubblico ha bisogno di risorse vive e dell’annullamento del patto di stabilità, il privato che le contribuzioni non vengano fatte pagare. Un grosso trattore dell’esercito ci è stato sottratto in maniera inopinata per portarlo a Pesaro ma lì ci saranno 30 cm di neve, il Montefeltro da 1 metro e mezzo a 3 metri. Quel mezzo avrebbe dovuto pulire la zona industriale, invece abbiamo dovuto usare un caterpillar proveniente da Gradara, che dovremo pagare noi. Dopo giorni di richieste, sono arrivate due pale dell’esercito e una turbina, che abbiamo messa su Pagino, la nostra isola amministrativa nel massiccio del Furlo, che rappresenta la zona più difficile.

Qual è la situazione dei tetti?

Ci sono stati cinque crolli, si va dall’autocarrozzeria alla palestra alle aziende produttive. Ora ci siamo appellati al buon senso degli imprenditori per far controllare le loro coperture, come abbiamo fatto noi per gli edifici pubblici, il palazzetto dello sport. L’ufficio tecnico ha detto che se non si toglie il 70 per cento della neve gli edifici non si riaprono. Non si può mandare la gente sul tetto a pulire, le aziende specializzate sono al Nord, ma c’è un gioco al rialzo. C’è da aspettare e ciò vuol dire fermare le aziende e perdere clienti.

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