URBINO – Le industrie pesaresi hanno chiuso il 2011 con un netto calo di produzione e fatturato. Secondo l’indagine congiunturale, nel periodo ottobre-dicembre, la produzione è diminuita del 16% e i fatturati dello 0,5% causati da un peggioramento delle esportazioni (-6,1%). “Una situazione incerta e difficile, che avrà riflessi nel 2012 – ha detto Claudio Pagliano, presidente di Confindustria Pesaro Urbino – anche alla luce dei danni procurati dal maltempo di inizio febbraio. La previsione degli imprenditori sulle vendite sono orientate al peggioramento dell’ attuale quadro congiunturale, in modo particolare sul mercato interno”.
Tutti i settori hanno subito contrazioni, ad eccezione di gomma-plastica e abbigliamento. Segni negativi anche per l’edilizia, sotto il profilo produttivo e occupazionale. A Pesaro chiudono 18 imprese al mese perchè non c’è mercato – ha affermato Gianfranco Santilli, presidente dell’ Ance provinciale – e di conseguenza il settore perde manodopera, anche qualificata. Gli appalti pubblici sono leggermente aumentati, ma richiedono il 40% di ribassi e le aree da acquistare hanno un costo molto elevato rispetto al costruito”.
Critico il settore della meccanica. In calo la produzione del 4,3%, tranne che per il comparto dei casalinghi, e il fatturato del 11,3% per la diminuizione delle vendite. Per il mobile pesarese, calo delle vendite sul mercato interno dell’ 11.4%, che ha eccentuato le variazioni riscontrate sul mercato estero (-7,1%).
Diminuisce la Cassa integrazione che ha avuto una riduzione delle ore utilizzate del 18,6%, anche se è aumentata la richiesta di cig ordinaria del 20% a fronte della diminuizione di quella straordinaria del 29,4%.
Il presidente della provincia Matteo Ricci e l’assessore Claudio Minardi, hanno fatto oggi un sopralluogo tra le aziende di Fano. Hanno parlato e ascoltato i pescatoro della Coomarpesca e hanno affrontato il problema del dragaggio che, da anni, condiziona le sorti del comparto. Si attende la sentenza del Tar sulla cassa di colmata (il ‘contenitore’ per i materiali dragati dal porto) ad Ancona. “Se non potrà essere realizzata – dice Ricci – pensiamo che la Regione dovrà cambiare la normativa, perché il problema va risolto”.