URBINO – Si aspettavano di poter passeggiare tra il verde, ma il rischio era quello di trovarsi di fronte una fogna a cielo aperto. Per gli ospiti del “Padiglione”, la nuova struttura socio-sanitaria per l’assistenza agli anziani da novanta posti letto, ci sarà ancora da attendere. Per entrare nella casa albergo “bisognerà aspettare fino al 31 maggio”.
A confermarlo è Giorgio Ubaldi, presidente di Urbino Servizi, municipalizzata controllata al cento per cento dal Comune di Urbino, alla quale è stata affidata l’opera.
Eppure l’apertura era già slittata da febbraio ad aprile, nonostante a dicembre la residenza fosse stata presentata al pubblico, comprese le famiglie dei futuri ospiti. “Venite a vedere il Padiglione” era il nome dell’iniziativa: i meno attenti non si erano però accorti delle tre condotte fognarie che affiorano proprio davanti all’edificio.
Le tubature dovevano essere collegate al depuratore comunale del Sasso: il giallo su chi avrebbe dovuto realizzare l’allaccio, tra l’Urbino Servizi o la Inso Spa (azienda che ha vinto la gara per realizzare la struttura), era finito anche in Consiglio comunale.
La soluzione? Sarebbe bastato sfogliare il contratto d’appalto: “I lavori spettano alla Inso”, conferma l’ingegnere Lazzaro Spadoni dell’Ufficio tecnico comunale. Ma, progetti alla mano, si scopre come il problema sia ora più complicato del previsto.
Come cambia il tracciato
Nel maggio del 2010 era stata Marche Multiservizi, società che gestisce il servizio idrico, a sollevare alcune osservazioni prima di concedere il nulla osta. Da tempo il comune di Urbino progettava di costruire un condotto fognario comunale che collegasse le abitazioni delle vie Federico Comandino e Giuseppe Tomassini fino al depuratore del Sasso.
Lo stesso depuratore al quale, secondo contratto, la Inso doveva collegare le fogne del Padiglione. Il tracciato scelto dal Comune però era inadeguato: come chiarisce Marche Multiservizi, “la fogna si colloca in un’area con pendenze eccessive e instabilità diffusa”.
Ecco che allora è spuntata l’ipotesi di costruire un’unica fogna per raccogliere le acque di tutta l’area, compresa la struttura di Santa Lucia, ancora in costruzione. Ma qui nasce un nuovo problema: secondo Marche Multiservizi collegare Padiglione più Santa Lucia significa saturare il depuratore. Così le famiglie in attesa di collegamento resteranno per ora “a cielo aperto”, mentre si blocca il secondo stralcio del progetto “Il Padiglione” che prevede, in aggiunta alla casa albergo, un Centro diurno più grande, il centro direzionale dell’area ospedaliera e altri appartamenti.
Lavori in corso
A costruire la fognatura comune fino al depuratore, secondo quanto anticipato da Urbino Servizi,sarà la stessa Inso. Una volta ultimata, la condotta resterà però pubblica, eccetto per i tratti che allacciano le strutture del Padiglione (e in futuro di Santa Lucia).
Un lavoro che costerebbe circa 130 mila euro e al quale il Comune “parteciperà per 30 mila euro, risparmiando sui costi inizialmente previsti per il condotto da realizzare autonomamente”, spiega Ubaldi.
Dall’Ufficio tecnico però arriva una frenata: “Siamo ancora in una fase di valutazione. Da parte dei tecnici c’è un parere favorevole, ma a prendere la decisione sarà il consiglio comunale”, precisa Spadoni. Così il rischio è quello che i tempi si possano allungare.
I costi
I lavori per il Padiglione, iniziati nel luglio del 2009, sono costati in tutto circa 10 milioni di euro. La cifra è completamente a carico dell’Urbino Servizi, che riceverà dal futuro gestore, la cooperativa Coos Marche, un canone annuo di 450 mila euro (più Iva) per un periodo di trent’anni.
Tradotto in numeri, 13 milioni e 500 mila euro. Un costo che l’azienda scaricherà sui futuri ospiti. Oggi, tra autosufficienti e non, restare alla vecchia casa albergo per un anno comporta una spesa di circa 13 mila euro. Solo per ripagare il costo della residenza a Coos Marche servono 5 mila euro annui per cliente.
Le tariffe non sono ancora disponibili, ma è facile prevedere che la cifra possa aumentare per gli alti costi di gestione: “È inevitabile che i nuovi servizi offerti richiedano costi maggiori. La spesa potrebbe aumentare di uno o due al giorno rispetto al passato”, spiega Maria Clara Muci, assessore al Bilancio della città ducale