URBINO – “Solo mettendosi insieme gli enti locali potranno sopravvivere ai tagli e alla nuova normativa regionale. Senza però rinunciare al campanile e al gonfalone nella gestione dei servizi”. Con queste parole il presidente della Provincia, Matteo Ricci, si è rivolto oggi ai sindaci riuniti nella Conferenza delle autonomie locali.
Come conciliare l’obbligo a far scattare le unioni dei Comuni sotto i 5 mila abitanti entro la fine di quest’anno la necessità di mantenere un certo grado di autonomia amministrativa? Secondo Ricci, la strada da intraprendere per non indebolire il territorio è quella della responsabilizzazione dei Comuni, che farebbero meglio ad associarsi per continuità territoriale e non per omogeneità politica.
“Le Province – afferma il presidente – sono avviate a diventare enti di secondo livello. Con funzioni di area vasta, ma limitate: saranno meno forti sia economicamente che politicamente. Partiamo da quello che si ipotizza resterà alla Provincia (strade, scuole, ambiente, pianificazione territoriale, trasporti) e per il resto individuiamo gli ambiti per la gestione dei servizi”.
Quest’ultima potrebbe, quindi, realizzarsi in tre modalità diverse, ovvero attraverso convenzioni, unioni e fusioni che, a detta di Ricci, non dovranno essere univoche: “Ci sono esempi di unioni già efficaci nella nostra provincia. Altrove, invece, la riflessione parte adesso e le sensibilità sono diverse”.
Tra i sindaci che hanno partecipato alla conferenza, c’è chi propende più per le convenzioni, chi per le unioni. Le loro decisioni dovranno essere presentate alla Provincia entro la prossima assemblea del 28 marzo, al termine della quale uscirà la delibera dei bacini omogenei.