URBINO - Almeno 500 euro per vedere il proprio nome impresso sul pavimento di palazzo Bonaventura. Ai mecenati del nuovo millennio, privati e aziende simbolo delle buone pratiche marchigiane, l’università, sempre più a corto di fondi, chiede di acquistare almeno uno dei mattoni che si trovano all’ingresso del rettorato. Del restauro del palazzo si parla già dal 2009, anno d’insediamento dell’attuale rettore Stefano Pivato.
La pavimentazione verrà poi rimessa a nuovo , con su scritto il nome dell’impresa o della persona che avrà dato il suo contributo. “1506, oltre ad essere l’anno di fondazione dello studium urbinate, è più o meno il numero di mattoni che si trovano nell’ingresso del palazzo” dicono dall’ufficio stampa dell’università.
“Già venti adesioni in una settimana”, il rettore conferma il buon avvio dell’iniziativa “1506 mattoni da scrivere insieme” presentata la settimana scorsa. Imprese e professori sembrano aver risposto al richiamo dell’ateneo che in tempi di crisi chiede un contributo alla “rete di sostegno facendo leva sul senso di appartenenza e sulla memoria affettiva nei confronti della città”.
A esprimere il sostegno all’iniziativa anche molti imprenditori locali. In testa Massimo Berloni, nell’organico del Consiglio di amministrazione dell’università. Per avere idee più precise sui costi del restauro del rettorato che, iniziativa a parte, sono a carico dell’università, abbiamo provato a contattare il pro-rettore Viliberto Stocchi, responsabile dello sviluppo e relazioni esterne, ma è risultato irreperibile.
“Per non creare intralci agli studenti i lavori inizieranno probabilmente a giugno, quando l’università inizia a svuotarsi, mentre speriamo di fare l’inaugurazione del nuovo ingresso entro ottobre” spiega il rettore Pivato, che si dice convinto del successo dell’iniziativa, sottolineando come in altre parti d’Italia progetti simili siano stati sperimentati con successo.