PESARO – Storie raccontate attraverso il tocco di un pennello, idee che si trasformano in colori. È quello che si vede appena varcata la porta della sala Laurana di palazzo Ducale, sede della prefettura di Pesaro e Urbino, dove fa tappa Omaggio dell’arte alla libertà di espressione, l’esposizione di opere contemporanee curata dell’Ordine dei giornalisti delle Marche. Sessanta tra i più importanti artisti marchigiani e non hanno prestato il loro estro per la realizzazione di questa mostra che ha fatto il giro della regione, arrivando fino alla capitale.
È partita da Caldarola a settembre 2011 proseguendo ad Ascoli Piceno, Jesi, Fermo, Ancona, Fabriano, San Benedetto del Tronto, per poi andare a Roma e ritornare nuovamente in territorio marchigiano, a Pesaro. Il prefetto di Pesaro e Urbino Attilio Visconti ha accolto con interesse la richiesta dell’Ordine di poter esporre la mostra nella sala Laurana di palazzo Ducale: “Sono molto orgoglioso di aver dato la disponibilità di allestire qui quest’esposizione, mi auguro che anche altre città, non solo marchigiane, possano godere di questo spettacolo.”
E così è stato lo scorso mese. L’appuntamento nella Biblioteca Centrale di Roma ha dato alla mostra un contenuto in più sia per la selezione di articoli di giornali censurati di diverse epoche affiancati alle opere d’arte, sia per l’apprezzamento ricevuto dal ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi tanto da chiederne la proroga della programmazione di due settimane.
Arte e giornalismo, astrazione e realtà. Due mondi che sembrano non avere niente in comune ma che convivono nelle opere degli artisti contemporanei che hanno aderito a questa iniziativa con l’intento di offrire uno spunto di riflessione su un tema per niente scontato come quello della libertà di stampa.
Le sessanta opere, esposte lungo le pareti della sala Laurana, offrono ad uno sguardo rapido una moltitudine di colori, schizzi e ritratti. Guardando più attentamente si scoprono invece sfaccettature differenti del significato di libertà di stampa.
Gianni Rossetti, ideatore della mostra e direttore della scuola di giornalismo di Urbino, l’ha definita “particolarissima e unica nel suo genere, contiene opere esclusive fatte appositamente per questo tema. Mentre noi giornalisti siamo relegati alla verità sostanziale dei fatti, l’artista non ha vincoli quindi è curioso vedere come concepiscono la libertà di stampa.”
C’è chi, come Kristina Kanaan, dietro una tela nasconde una storia personale e racconta la prigionia del padre giornalista, chi invece come Alessandro Marcucci Pinoli, proprio su quella tela ci scrive una poesia a penna, lasciandocela li attacca, in equilibrio. Oppure c’è chi è figlio d’arte: Josè Van Roy Dalì re-interpreta la sua libertà di stampa come un barca a vela fatta di bottiglie e giornali. Tra i lavori esposti c’è anche il bozzetto definitivo di Allegoria sul mondo dei giornali di Luigi Eugenio Vigevano. L’opera originale, grande oltre 5 metri (140×520 cm), è esposta nella sede del consiglio nazionale Ordine dei giornalisti di Roma.
All’inaugurazione è intervenuto il presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche Dario Gattafoni: “Il tema scelto è un argomento molto sensibile. In questo momento, in Italia, il diritto all’informazione, malgrado ci siano leggi che lo garantiscono, viene spesso messo in discussione. Ultimamente si parla di abolizione dell’Ordine senza pensare che questo ultimo qualifica e consacra una categoria di professionisti che hanno diritti e doveri da rispettare. Abolirlo – continua Gattafoni- significherebbe distruggere la libertà d’informazione. In questa mostra è condensato l’urlo degli artisti marchigiani per l’affermazione della libertà di espressione. Loro hanno uno strumento in più per indurre a riflettere su questo tema.”
La mostra, presentata sabato 2 marzo, rimarrà nel palazzo Ducale di Pesaro (Piazza del popolo) fino al 16 e sarà visitabile tutti i giorni dalle 17 alle 20 (ingresso libero).