URBINO – La cultura passa anche da un pallone calciato contro il palo di una porta. Se per giornalismo culturale si intende una lettura della nostra società, anche lo sport e in particolare l’universo del calcio diventa il buco della serratura da cui vedere e raccontare il mondo. L’approccio della rivista Undici è proprio questo: raccontare i personaggi, le storie e in una parola, quella parte di mondo che si specchia sul cuoio sporco di un pallone. Un racconto che non si ferma alla semplice notizia, ma che accosta la qualità dei contenuti a uno sguardo laterale e approfondito.
Nato nel 2014, il magazine nasce come progetto collaterale di Rivista Studio, proprio perché – ci spiega Federico Sarica, cofondatore di Undici e direttore di Rivista Studio, “è arrivato il momento per chi vive lo sport di fare un salto di qualità”. I lettori lo possono trovare in edicola quattro volte all’anno. Per il resto si possono leggere gli articoli sul sito web, che è nato dopo la versione cartacea. La versione digitale non è la riproposizione dei contenuti della rivista ma un contenitore di “voci diverse” – per usare le parole dello stesso Sarica – che nel pieno spirito della convergenza mediale, amplifica e diversifica il discorso portato avanti nelle sue pagine. Una transmedialità che si protrae fino ai social network, con la creazione di una comunità dei lettori che legge e condivide i contenuti attraverso le pagine Facebook e Twitter. Versione cartacea e online fanno marketing e pubblicità a vicenda.
Ma Undici non ha inventato nulla di nuovo, non si allontana certo dalla tradizione italiana delle riviste sportive, semplicemente la rilegge con un linguaggio attuale. Fare cultura dello sport nel 2015 “non vuol dire divulgare, ma dare un secondo sguardo alle notizie, analizzare e sviscerare la molteplicità dei livelli con cui guardare e raccontare l’attualità sportiva”, continua Sarica. Una dichiarazione di intenti che condivide con la sua sorella maggiore Rivista Studio, un magazine culturale che racconta l’attualità vista attraverso lo sguardo della cultura pop e mainstream. Ma anche con siti web nostrani come Ultimo Uomo o Futbologia.
Gli articoli, le inchieste e le interviste provengono non solo dalla redazione interna, ma da un network internazionale. A partire dalla tedesca 11 Freunde (a cui si ispira in maniera dichiarata), la spagnola Panenka, l’americana 8by8“o la francese So Foot. Una strada che permette di distribuire i propri contenuti e pubblicare quelli altrui, con il risultato di unificare in maniera quasi globale le diverse nicchie di lettori in tutto il mondo.
Mettere in piedi una rivista nell’era della grande crisi dell’informazione di carta, può sembrare una scelta azzardata, ma la sostenibilità economica dipende “dal modello di business che ti scegli”, per Sarica, gli inserzionisti pubblicitari interessati a un lettore target che “vuole la qualità e di conseguenza acquisterà prodotti di qualità” ci sono eccome. “il bilancio di questo primo anno è positivo, proprio perché abbiamo saputo trovare finanziamenti e soldi da persone interessate a investire in una comunità di lettori disposti ad acquistare e spendere” .
Foto di Anna Saccoccio e Jacopo Salvadori