URBINO – “Non dovete aver paura di noi”. Esordisce così Antonio Astolfi, 24 anni, studente di scienze politiche e membro dell’associazione studetnesca Agorà, al suo primo Consiglio comunale. Accanto a lui siede Mariano Marano, rappresentante dell’Ersu al Consiglio studentesco. Ieri per loro è stato un giorno importante: per la prima volta nella storia del Comune di Urbino due studenti hanno detto la loro davanti a tutte le forze politiche della città. “Siamo qui per cambiare la storia”, dicono sicuri. Ad ascoltarli seduti tra il pubblico i loro colleghi di studio, emozionati e orgogliosi.
Appena prendono la parola vanno subito al punto: “Chiediamo un rappresentate aggiunto degli studenti che faccia parte permanentemente del Consiglio comunale. Dimostrate che la politica è capace di cambiare, di accogliere il nuovo”, dice Antonio. “Modificate lo statuto e fateci partecipare alle scelte della città”.
E poi lanciano il loro appello: “Vi preghiamo di non pensare a noi come a dei ragazzi che tutto quello che vogliono è divertirsi il giovedì sera e avere spazi per fare le feste. Chi vuole ubriacarsi può farlo ovunque. Basta con questa storia del conflitto tra residenti e studenti. Noi amiamo questa città, l’abbiamo scelta e vogliamo cambiarla in meglio”, afferma Antonio. “Vogliamo rispetto, ma soprattutto vogliamo che ascoltate le nostre ragioni”.
La parola poi passa ai consiglieri comunali, unanimi nel considerare gli studenti una risorsa inestimabile per Urbino. “Siamo pronti a parlare e a discutere con voi. Valuteremo la vostra richiesta. Lo abbiamo sempre fatto: il tavolo di discussione a cui siedono Comune, Ersu, Ateneo e rappresentanti degli studenti ne è la dimostrazione. E sarà lì che potete sempre dire la vostra”, afferma il sindaco Franco Corbuccci. “Avete dato tanto alla città e ne siamo consapevoli”.
Il consigliere Alfredo Bonelli (lista civica Per Urbino”) afferma dubbioso: “Tutto giusto, vi ascoltiamo, ma noi non abbiamo ancora capito cosa volete?”.
“Le nostre richieste sono chiare: dateci un rappresentante fisso in consiglio che sia il nostro portavoce, dateci spazi dove incontrarci, fateci partecipare”. Ma non solo. Antonio e Mariano pongono l’attenzione anche sui costi dell’università, sul prezzo dell’abbonamento agli autobus, 330 euro quello annuale, quando loro stanno a Urbino solo 7 mesi l’anno e non esiste quello mensile, sui bagni pubblici chiusi la notte, sui tempi della burocrazia che non gli permette di fare manifestazioni e incontri in piazza. “Insomma noi chiediamo rispetto e non vogliamo essere strumentalizzati. Questa città può crescere insieme noi”, dicono gli studenti.
“Non venite a farci la lezioncina a noi. Voi avete dei diritti ma anche dei doveri. Venite in consiglio, noi non abbiamo problemi e tanto meno vi vogliamo strumentalizzare”, gli risponde il consigliere comunale di minoranza Lucia Ciampi.
Al termine del consiglio gli studenti sono fiduciosi: “Siamo contenti di questo grande segno d’apertura, ma non vogliono che sia una goccia nel mare. Adesso ci fidiamo e speriamo che a questi discorsi seguano delle azioni”, dicono Antonio e Mariano. Per ora non resta che aspettare.