URBINO – Rachel Zekri è un’attrice francese. Ama il suo lavoro al punto che si emoziona al solo parlarne. Una donna giovane e determinata, dallo spirito girovago. Eppure, messa da parte la valigia, ha abbandonato le scene e si è stabilita a Urbino per insegnare quanto imparato sul palco dai grandi maestri con cui ha lavorato.
Nell’ottobre dell’anno scorso ha aperto qui a Urbino la Scuola di teatro Ducale, che conta già 16 iscritti tra i 15 e i 60 anni. “Urbino è una città ricettiva e ci sono molti artisti e musicisti che andrebbero valorizzati maggiormente. Le piccole realtà locali dovrebbero avere più spazio. Sicuramente più dei grandi eventi delle ultime settimane”. Per questo motivo Rachel Zekri si sta spendendo per attirare l’attenzione delle personalità più influenti nel panorama teatrale internazionale sulla città ducale.
“Ho fatto l’attrice e con il mio lavoro ho girato il mondo. Ho vissuto tre anni a Los Angeles e lì, come in tutte le altre grandi città in cui ho abitato, mi è sempre mancata l’architettura storica. Per questo mi piace Urbino e, quando l’amore mi ha portato qui, ho deciso di fermarmi e di creare qualcosa che avesse senso per me e per la città stessa “.
Dall’11 al 14 aprile, la Scuola di teatro Ducale ospiterà uno stage aperto sia agli allievi che agli esterni con il regista russo di fama internazionale Boris Rabey, allievo di Maria Knebel, ultima assistente di Stanislavskij. Rabey è professore alla Scuola di Teatro Gitis di Mosca, regista di numerose serie televisive e di spettacoli teatrali tra Russia, Francia e Belgio.
“Ho lavorato con Rabey ne Le baruffe chiozzotte di Goldoni. E’ un uomo carismatico e non è cosa di tutti i giorni imparare il metodo Stanislavskij da qualcuno che è stato effettivamente in relazione con lui. Una volta stava tenendo una lezione quando si mise a recitare qualcosa in russo – racconta la Zekri – gli studenti, che pure non capivano niente delle sue parole erano catturati. Gli dissero ‘Maestro abbiamo vibrato con te’. In realtà lui aveva contato solo da uno a dieci”.
Basandosi sulle teorie di Stanislavskij, Cechov e Meyerhold, lo stage di Rabey – interpretato da Marta Guglielmi – verterà sulla ricerca della verosimiglianza sul palco: una parte più tecnica riguarderà lo studio dello sguardo e del corpo, mentre una seconda parte delle lezioni sarà incentrata su un lavoro di scavo personale: “Per rendere sincero quello che recitiamo bisogna trovare qualcosa in comune tra la nostra vita e la storia che raccontiamo agli spettatori. Ed è difficile accettare di soffrire per restituire un’emozione vera”.
Le lezioni della Scuola di Teatro Ducale si terranno nella Sala Vecchiotti della Cappella Musicale. “Sono soddisfatta del mio lavoro e di come stanno andando le cose, perché vedo che a Urbino c’è gente in grado di apprezzare queste iniziative, che riconosce le opportunità che si presentano. Forse mi sarei aspettata un’accoglienza più calorosa da parte delle istituzioni, ma di certo non posso lamentarmi”.