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Fotocopie per studenti e docenti di Urbino: condannati per violazione dei diritti d’autore

di    -    Pubblicato il 9/04/2013                 
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URBINO – Fotocopiavano interi libri per studenti ma anche per professori dell’Università. Tre proprietari di copisterie di Urbino sono stati condannati a  18, 15 e nove mesi di reclusione e a pagare multe tra i 1.500 e i 3.000 euro. Questa la decisione del giudice monocratico Anna Mercuri. L’accusa è quella di aver violato i diritti d’autore.

Tutto è iniziato nel novembre del 2009 quando la Guardia di finanza fece dei controlli a tappeto in 11 copisterie della città ducale. “I proprietari di tutti i locali vennero accusati per il possesso abusivo di alcune opere letterarie ma molti patteggiarono”, riferisce uno dei condannati. Sette casi sono stati archiviati perché ritenuti estranei alle accuse di violazione del diritto d’autore, in quattro sono stati rinviati a giudizio. Di questi, tre hanno deciso di andare avanti col processo che oggi ha portato alla sentenza di primo grado.

Il giudice ha soddisfatto in parte le richieste del pubblico ministero Catia Letizi che aveva chiesto per due di loro, che sono recidivi, 18 e 21 mesi, mentre per la terza persona, ex proprietaria di due copisterie, nove mesi.

Non hanno convinto quindi le tesi degli avvocati della difesa Enzo Vampa e Nicola Selva Verzica (legali di uno dei condannati) che hanno più volte ribadito che i testi trovati dalle Fiamme gialle erano stati fotocopiati altrove e portati in copisteria per la rilegatura. Questa tesi era già stata presentata dai tanti testimoni nelle precedenti sedute (oltre dieci nei tre anni e mezzo di processo): professori e studenti si erano schierati in favore della proprietaria delle due copisterie. I due avvocati inoltre hanno messo a confronto la nostra legge sui diritti d’autore con quella tedesca: “In Germania è stato tutto regolamentato, tutti i commercianti sanno che nel momento in cui fanno una fotocopia devono pagare una tassa all’editore, dovrebbe essere così anche in Italia”.

Paolo Baccio Fiaccarini, avvocato degli altri due condannati (ognuno proprietario di una copisteria), ha dichiarato che “la Guardia di finanza, entrata nei locali commerciali ha potuto controllare tutto quello presente in copisteria. I testi trovati dalle forze dell’ordine erano stati fotocopiati da studenti che avevano portato le fotocopie nei loro locali per la rilegatura”. “Ricorreremo in appello – ha concluso – vedremo poi cosa stabilirà il giudice”.

Per il momento la pena è sospesa. I tre condannati quindi, avendo ricevuto una condanna inferiore ai due anni, possono godere della condizionale e quindi evitare il carcere.

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