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La Provincia tuona contro i tagli alla sanità

di    -    Pubblicato il 15/04/2013                 
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URBINO – Sono stati approvati all’unanimità tutti e tre i diversi ordini del giorno presentati alla riunione del Consiglio Provinciale che bocciano i tagli previsti dalla Regione nell’ambito della spending review. Una riforma che, nei testi votati oggi, viene giudicata come una sostanziale condanna a morte dei piccoli ospedali dell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino.

La riunione si è aperta alle 15, mentre in via Gramsci, davanti al palazzo della Provincia, sfilavano gli striscioni “tuteliamo il diritto alla salute”, “l’entroterra non si spacca” e “l’ospedale non si tocca” del comitato Pro ospedale di Cagli, e dentro l’edificio prendevano posto in sala sindaci, cittadini e amministratori, per assistere al dibattito.

SCHEDA Cosa prevedono i tagli

“La spending review non premia le realtà virtuose come le Marche – ha premesso il presidente della Provincia  Matteo Ricci – ma se non si fa entro i tempi definiti subentra il commissario. Anche se è insostenibile e squilibrata, ci vorrebbe un governo per rivedere i tagli e l’ingovernabilità si ripercuote negativamente anche su questo”.

Ricci ha ribadito comunque la sua contrarietà a colpire la provincia di Pesaro e Urbino, che “ha il rapporto tra posti letto e popolazione più basso della regione”. Il presidente ha criticato anche il modo con cui è stato elaborato il provvedimento: senza coinvolgere le amministrazioni locali che se lo sono viste piombare addosso da un momento all’altro. “Io l’ho saputo dai giornali e dal telegiornale regionale – ci ha detto Patrizio Catena, sindaco di Cagli – non siamo stati nemmeno avvertiti degnamente. È importante che le nostre ragioni abbiano trovato spazio in questo consiglio provinciale – ha aggiunto – gli interventi di oggi hanno dimostrato unità, competenza e conoscenza della questione, al dì là delle posizioni partitiche”. E’, quindi, soddisfatto il primo cittadino dei uno dei comuni più penalizzati dalla riforma, insieme a Fossombrone: “Siamo decisi a non mollare – continua Catena – né ad accettare soluzioni diverse da quelle che vogliamo. Questa riforma va mandata al macero”.

Nell’ordine del giorno della maggioranza (Pd-Psi-Rc-Idv) si legge che “il consiglio provinciale critica aspramente e in maniera convinta il comportamento della giunta regionale. Ancona ha tardivamente avviato la necessaria e doverosa consultazione per le scelte di un settore di estrema importanza per il benessere dei cittadini delle Marche”. Una critica diretta, poi, alle scelte che sono state fatte, specialmente per la provincia di Pesaro e Urbino che “rischiano di provocare la desertificazione sanitaria dell’entroterra”. Quindi sostegno alle lotte sindacali e dei Comuni per una revisione della riforma, anche perché la Legge parla di 3,7 posti letto ogni mille abitanti e nella provincia in questione la quota è di 2,7 ogni mille. Infine “la Regione si batta con decisione contro i tagli lineari del governo, chiedendo a quello futuro di ripristinare i budget sanitari per le regioni ‘virtuose’, attingendo al miliardo in più stanziato per la difesa nel bilancio 2013″. Si deve “difendere il sistema sanitario, che deve essere garantito e di qualità per tutti” ha commentato Daniela Ciaroni, assessore provinciale alla salute.

In generale concorde l’ordine del giorno di Pdl-Lega-Udc: “Il tasso di 2,69 posti letto ogni 1000 abitanti attualmente previsto per Pesaro e Urbino nel piano – afferma il documento – sia integrato recuperando 0,2 posti letto ogni 1000 abitanti assegnati, dal piano di riconversione, alle province di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno. E questi posti letto siano attribuiti agli ospedali dell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino (proposta fatta dal sindaco di Pergola nell’assemblea dei sindaci)”. C’è poi la proposta di mantenere e, dove serve, potenziare le funzioni per malati acuti degli ospedali dell’entroterra, ovvero le emergenze.

Ancora più duro Roberto Giannotti (Scelta Civica): “Non basta solo votare contro, la delibera della giunta regionale dovrebbe essere strappata. Viene distrutto il sistema sanitario delle aree interne e della costa. Le responsabilità politiche sono della giunta regionale, ma la corresponsabilità è anche della Provincia e dei Comuni che hanno dormito per anni. Battiamoci per azzerare la proposta”. La palla ora torna alla Regione.

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