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Pd Marche: “Noi Uniti, il problema è a Roma”. Verso i congressi per il rinnovamento

URBINO – L’epicentro del terremoto che rischia di far crollare il Partito Democratico è a Roma e l’onda d’urto non ha intaccato le realtà locali. Almeno a sentire sindaci e amministratori del territorio. La temuta scissione è comunque dietro l’angolo e ha suscitato riflessioni anche a livello comunale, provinciale e regionale. Un primo segno è la richiesta di un congresso per Pesaro e Urbino, che si terrà probabilmente il prossimo giugno.  “Attraverso dibattiti e discussioni riusciamo comunque a trovare una sintesi comune – ci ha detto Franco Corbucci, sindaco di Urbino – io sono dell’idea che non convenga a nessuno dividersi in tanti partiti, si può tranquillamente restare all’interno della stessa casa e trovare degli accordi”. Sulla questione dei 101 voti mancati per Prodi Corbucci si dice “deluso e sorpreso. Certamente è una questione grave e da analizzare, perché è un quarto dello schieramento che non rispetta più le decisioni centrali”.

Il fatto che il Pd sia arrivato al punto di rottura non stupisce invece un renziano doc come il consigliere comunale Federico Scaramucci, anima controcorrente dei democratici del Montefeltro: “Nel Pd non si sono mai dette le cose in faccia – chiosa – dicevano che ci si doveva occupare prima del Paese, poi del partito e solo alla fine dei destini personali: hanno fatto esattamente il contrario. Serve un partito con una visione aperta, che capisca i sentimenti dei cittadini. Basta con questi riti antiquati“. La strada maestra per rinnovare il partito, dunque, è il congresso provinciale: “Sarà importante – sostiene Scaramucci -per affrontare diversi temi, come le primarie e l’organizzazione delle prossime amministrative. La candidatura di un renziano può essere possibile, visto che molti sembrerebbero spostarsi verso di lui, io sono a disposizione”.

Intanto nella capitale si è  riunita oggi la direzione nazionale del partito per decidere le linee comuni che possano guidarlo fino al congresso generale, di prossima convocazione, e per rimettere insieme i pezzi di un Pd uscito dalla partita per il Quirinale con le ossa rotte e la bussola che, tra Sel, renziani e franchi tiratori, non sa più dove puntare. Un tweet di Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e fervente sostenitore del cambio generazionale, rende un’idea dello stato d’animo di chi prenderà parte alla riunione.

“Sarà importante anche il contributo delle amministrazioni locali – ha detto Ricci al Ducato – è lì che dobbiamo individuare il nuovo partito. Ci sono tre pilastri fondamentali da dove partire: la passione, le nuove generazioni, che non portano cicatrici delle vecchie divisioni e avvertono con fastidio la parola ‘scissione’, i sindaci e gli amministratori locali, che sono più vicini ai cittadini perché si sono trovati a gestire bisogni crescenti in una situazione di risorse sempre più scarse”.

Anche Emanuele Lodolini, deputato Pd per le Marche, è convinto la risposta sia nel rinnovamento: “Abbiamo subito una lacerazione che non serviva in uno dei momenti più delicati dell’Italia repubblicana. Qualcosa di estremamente grave, ma adesso bisogna lavorare per unire: serve un’alleanza anche di stampo generazionale per salvare il paese”. Lodolini non si dice entusiasta all’idea di un governissimo e apre una parentesi sul mancato dialogo con i grillini: “Ci sono stati errori e sottovalutazioni nella fase precedente l’elezione del Capo dello Stato. Bisognava incalzare di più e meglio il Movimento 5 Stelle, perché è vero che avevano rifiutato la nostra idea di governo di cambiamento ma il dibattito qui era un altro. Scegliere Franco Marini è stata una forzatura all’assemblea dei parlamentari, che ha creato divisioni in tutto il centrosinistra”. Tuona infine sulla questione dei 101 franchi tiratori, definendoli dei “delinquenti politici che non hanno nemmeno avuto il coraggio di venire allo scoperto”.

Insomma il progetto del Partito Democratico sembra convincere ancora i suoi esponenti, che vedono nell’unione il solo rinnovamento. Ce lo conferma il segretario regionale Palmiro Ucchielli, anche lui in viaggio verso Roma. Urbinate, classe 1950, con alle spalle l’esperienza personale da giovane sindaco ventisettenne. “Nelle Marche questo processo di rinnovamento è già in moto – ha detto – lo dimostra la giovane età di molti sindaci e amministratori locali. Io ho sempre lavorato per sostenere un ricambio che si possa legare con la vecchia guardia e che possa trovare aiuto in questa. Il momento è difficile, ma dobbiamo fare appello al nostro senso di responsabilità”.

Dalla base, però, arriva l’appello sempre più pressante di una fase nuova. Il Pd di Fano, ad esempio, chiede ufficialmente l’istituzione di congressi “a ogni livello”, mettendo così in discussione anche l’attuale segreteria regionale e provinciale: “Il Pd – scrive il segretario cittadino Cristian Fanesi – è un progetto politico valido e insostituibile nello scenario politico italiano ma è necessario tornare allo spirito delle origini: dovremo ricostruire il rapporto con la ‘base’ ed i territori; recuperare lo spirito e la passione che abbiamo perso nel tempo”.

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