URBINO – “Non chiediamo l’elemosina, siamo qui per scelta”. Barbara e Marco sono due musicisti. Niente locali, palazzetti o teatri: il loro palco è la strada. Almeno per tre giorni. Oggi, domani e venerdì i Choro de rua, questo il nome del loro duo, suoneranno davanti al palazzo del comune di Urbino. Una scelta in controtendenza per ricordare alle persone cosa vuol dire fare musica: “La musica si suona – racconta Barbara – con sforzo e fatica: ma gli italiani se ne sono dimenticati, perché sono abituati ad ascoltarla con le cuffie”. E così i Choro de rua dispensano melodie brasiliane davanti al Duomo, con un flauto e una chitarra, due sedie, un leggio, e la custodia dello strumento aperta per esporre i dischi e raccogliere gli spiccioli lanciati dai passanti.
Barbara Piperno, che suona il flauto traverso, è di Fano, mentre Marco Ruviaro suona la chitarra a sette corde ed è nato a San Paolo in Brasile. Nella vita fanno i musicisti di professione, ma hanno iniziato a suonare insieme in strada da un anno. “E’ più bello – confessa Barbara – perché la gente si ferma, ringrazia, rimane a chiacchierare, sorride”. Soprattutto, amano la Toscana: “Lì le città sono più silenziose e si suona meglio, c’è una buona acustica e una bella atmosfera”. Ma anche a Urbino sono stati accolti bene, il Comune non gli ha vietato di suonare sotto agli uffici e qualche dipendente scende spesso per ringraziarli e ascoltarli meglio.
Venerdì sera Marco suonerà all’agriturismo Slowcanda di Piobbico con un altro musicista brasiliano, Fernando de la Rua: insieme formano il Duo baguá. Per questo con Barbara, che parteciperà al concerto come ospite, hanno deciso di prepararsi passando un po’ di tempo tra gli studenti e i turisti che passeggiano in centro. I più interessati sono proprio gli stranieri: “All’estero – spiega Barbara – gli artisti di strada sono più frequenti e vengono trattati da veri musicisti. In Italia, invece, si pensa che se suoni qui significa che non sei bravo, anche se non è vero”. Marco lo sa bene: lui suona in strada già da tempo e ha iniziato a New York, dove gli artisti di strada sono talmente quotati che persino gli Oasis qualche anno fa hanno affidato ad alcuni di loro l’anteprima di un paio di canzoni.
Lo “choro”, da cui il nome del duo, è un tipo di musica tradizionale brasiliana. In portoghese significa “lamento” o “pianto”, ma a dispetto del nome ha un ritmo veloce e allegro. Barbara ci confida che Marco è uno dei maggiori esperti in Italia e in Europa di questo tipo di musica, e vicino ai loro dischi, su un leggio, c’è un foglio che in italiano e in inglese dà qualche informazione sullo choro, tra cui “Choro è un modo di vivere insieme e in forma creativa la Musica”, “Oggigiorno, innumerevoli gruppi di chorões contribuiscono, con piacere e dedizione, alla diffusione dello Choro nel mondo… quello che noi stiamo facendo adesso!”.
Grazie, abbiamo appena messo sul nostro sito un articolo sull’articolo http://www.choroderua.com/urbino-accoglie-choro-de-rua/