ISOLA DEL PIANO – Alla Fattoria della legalità di Isola del Piano, un bene confiscato alla mafia, 150 studenti hanno incontrato Susanna Camusso – segretaria nazionale della Cgil – per parlare di lavoro, malavita e soprattutto di quei “frutti della legalità” che hanno dato il nome all’ iniziativa.
Frutti che sono sia quelli concreti – come le ciliegie offerte a chi è intervenuto ieri sul palco – che nascono dai terreni sottratti in queste zone al mafioso Ruggero Cantoni e che ora vengono gestiti dal Comune e dall’associazione Libera; sia quelli astratti come la vitamina “L” di legalità che la segretaria ha tentato di trasmettere agli studenti con le sue parole.
“L’Italia – ha detto Camusso – è come se fosse sempre un paese doppio. Quello che viene rappresentato dal dibattito formale e poi un paese concreto e materiale che è quello che si trova oggi a Isola del Piano”.
In Italia gli anticorpi contro l’illegalità ci sono, sostiene la sindacalista; ciò che va ricostruito è il legame tra la quotidianità e rispetto alla legalità. Un legame che, secondo la Camusso, è stata la classe politica a recidere, trasmettendo “troppe volte il messaggio che la lotta all’illegalità non fosse la priorità verso cui muoversi”.
Come dimostrano le misure ancora troppo deboli verso l’evasione fiscale o l’eliminazione del falso in bilancio, mentre secondo la Camusso “dovrebbe essere certo che chi evade finisce nelle patrie prigioni”.
Crisi economica e diritto al lavoro sono alcuni dei temi toccati dalla Camusso che, rivolgendosi soprattutto agli studenti presenti, ha evidenziato le ripercussioni dei tagli all’ istruzione (10 miliardi di euro in 5 anni) e ha ribadito la necessità di valorizzare la cultura come chiave per far ripartire l’Italia.
Commentando i dati sull’abbandono delle scuole da parte dei più giovani, la Camusso si è detta amareggiata: “L’Italia si è fondata per decenni sull’ idea che bisognasse fare qualsiasi cosa purché i ragazzi andassero a scuola. Ora questa cultura si sta invertendo ed è un pericolo mortale per il paese”.
Foto di Lorenza Fernanda Pellegrini