URBINO – “Mancano otto mesi e ventisette giorni e poi sarò maggiorenne”, dice Sonia, capelli e occhi neri. “Conto i giorni, i mesi, gli anni da quando ero piccola”, continua sorridendo. Sonia aspetta i suoi 18 anni per un motivo preciso: a febbraio per lo Stato lei diventerà cittadina italiana. Per lo Stato e per il resto del mondo, perché lei, in realtà, si è sempre sentita italiana: è nata a Roma e tutta la sua vita l’ha trascorsa a Urbino. I suoi genitori sono emigrati qui 25 anni fa: suo padre è del Marocco e sua madre della Tunisia. “Quando avrò la cittadinanza, nessuno mi potrà più dire ‘marocchina di merda’ perché io gli risponderò: ‘Guarda che sono italiana come te!’
Sonia, che frequenta una scuola per parrucchieri e sogna di aprire un negozio da estetista, è una ragazza di seconda generazione, una nuova italiana come vengono chiamati i giovani nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri. Una realtà in continua crescita. Prendendo in considerazione tutti gli istituti di Urbino, dalla materna alle superiori, gli studenti di origine straniera sono 555 su 4246, il 13,07%. Nella scuola materna sono 88; alle elementari 161; alle medie 95; alle superiori 211. La nazionalità più presente è il Marocco, seguita da Macedonia, Albania e Romania.
NAZIONALITÀ A SCUOLA: I DATI INTEGRALI
Secondo il rapporto “Alunni con cittadinanza non italiana” del 2013 elaborato dal Miur e dalla Fondazione Ismu, gli studenti di origine straniera nell’anno scolastico 2011/2012 sono 755.939, pari all’8,4%. Di questi, 334.284, il 44,2%, sono nati in Italia. Nelle scuole materne, i bambini di origine straniera nati in Italia corrispondono all’80,4%, ma in alcune Regioni la percentuale è ancora più alta: nelle Marche arriva all’85%.
Scuole | Numero studenti |
---|---|
Materna | 88 |
Elementare | 161 |
Medie | 95 |
Superiori | 211 |
Sul totale della popolazione straniera (4.570.317), secondo l’Istat i minori nati in Italia sono 600.000. Questo significa che uno su dieci non è affatto un immigrato, ma un bambino o un ragazzo che vive qui dalla nascita. Proprio come Nazli, 23 anni di origine iraniana, che studia Farmacia. Lei ora è ufficialmente italiana, ma fino ai 18 anni è stata un’apolide: i suoi genitori sono scappati dall’Iran e hanno perso la cittadinanza. “Mi sento italiana. Non ho mai avuto grandi problemi, a parte le solite prese in giro che quando sei piccola ti fanno male, ma poi crescendo impari a conviverci”, racconta Nazli. “I miei genitori mi hanno sempre ripetuto che tra un Mario e una Nazli il mondo avrebbe sempre scelto Mario. Per questo mi hanno spinto a impegnarmi più degli altri”.
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Non tutti i ragazzi di seconda generazione quando compiono 18 anni riescono ad ottenere la cittadinanza italiana. Secondo l’articolo 2 della legge 91 del 1992, lo straniero nato qui può richiedere la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno di età, solo se è in grado di dimostrare la residenza ininterrotta e continuativa. Così, è possibile che molti giovani scivolino nella paradossale situazione di ritrovarsi non solo stranieri, ma irregolarmente presenti nel Paese in cui sono nati e cresciuti. Se poi i genitori perdono il permesso di soggiorno sono costretti a lasciare l’Italia. “Le mie origini per me non sono una limitazione”, dice sorridendo Nazli che, come gli altri 555 bambini e ragazzi che vivono a Urbino, è cresciuta in bilico tra due mondi, imparando sulla sua pelle che la diversità è sempre una risorsa.