URBINO – “Perché questa volta mi è arrivata una bolletta più salata per i rifiuti?” chiede uno dei tanti cittadini che in questi giorni fanno la fila agli sportelli di Marche Multiservizi. “Si chiama Tares – risponde l’impiegato – ed è la nuova “tassa” sui rifiuti”. La Tares è arrivata: entro il 10 giugno bisogna pagare la prima rata. E ha colto tutti alla sprovvista, anche gli urbinati che, già passati nel 2007 dalla Tarsu alla Tia – la tariffa di igiene ambientale – devono sostenere degli aumenti più contenuti: solo il 3%. O almeno così pare. Tares sta per “tassa rifiuti e servizi” che ha sostituito sia la Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), in vigore nell’80% dei comuni italiani, sia la Tia che riguarda invece solo il 20% degli enti locali. Devono pagare questo tributo tutti i possessori o utilizzatori di superfici “suscettibili di produrre rifiuti urbani”, a prescindere dal fatto che li producano o meno.
La cifra da pagare per le famiglie dipende dai metri quadrati dell’abitazione e dal numero dei componenti del nucleo familiare. È commisurata alle quantità e qualità medie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione all’uso o al tipo di attività svolta. È legata anche alla quantità di rifiuti e non alla sola superficie come avveniva per la Tarsu. Come per la Tia, l’intenzione del nuovo tributo è quella di far pagare ai cittadini, nel modo più preciso e possibile, in base a quanto usufruiscono del servizio di smaltimento rifiuti.
Per le “utenze non domestiche”, cioè per le attività commerciali e produttive, invece, la Tares prevede costi diversi per ogni singola attività. Farmacie, teatri, ristoranti, bar, stazioni di servizio, stabilimenti balneari, attività industriali non pagano cioè solo sulla base della loro metratura ma sulla stima dei rifiuti prodotti. La Tares ha due componenti:
- Componente rifiuti: deve coprire integralmente i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Qui i cittadini di Urbino hanno visto aumentare le proprie bollette del 3%.
- Componente servizi: consiste in una maggiorazione di 0,30 centesimi al metro quadrato che andrà allo Stato per finanziare i cosidetti “servizi indivisibili” come la manutenzione delle strade, l’illuminazione pubblica, la polizia municipale, il personale degli uffici amministrativi. Ogni comune potrà poi innalzare fino a 40 centesimi la “quota servizi” così da incassare 0,10 centesimi per metro quadrato. Decisione che non è ancora stata presa nella città ducale.
Il comune di Urbino e quello di Fermignano promettono che si fermeranno ai 30 centesimi “obbligatori” ma, precisano: “Non abbiamo ancora redatto il bilancio di previsione. Se non abbiamo quello non possiamo fare previsioni”.
Il nuovo tributo deve essere versato direttamente al Comune per quanto riguarda la componente rifiuti, invece per la componente servizi non è ancora chiaro se verrà riscossa dai Comuni e poi “girata” allo Stato o se questo provvederà direttamente. Al momento, l’unica cosa certa, oltre alle scadenze per i pagamenti (10 giugno, 10 luglio, 10 settembre e 10 dicembre), è che questa parte della tariffa verrà inserita, nelle bollette dei cittadini, solo a fine anno, con il conguaglio. “Non è ancora chiaro – spiega ancora l’impiegato di Marche Multiservizi – se cambieranno gli sgravi per chi ha i cassonetti più distanti di 500 metri; ora lo sconto è del 60% ma si vocifera che verrà ridotto al 40″.