URBINO – Torna il fantasma dell’unificazione in un unico ente regionale degli Ersu. La giunta della regione Marche ha infatti avviato la riorganizzazione dei “piani alti” dell’ente regionale per il diritto allo studio, con la nomina di un direttore unico per le università di Ancona, Macerata e Camerino. Una serie di pensionamenti che hanno dato il via libera alla razionalizzazione. E sembra che la prossima potrebbe essere Urbino.
Per scongiurare questa ipotesi, il Consiglio provinciale si è impegnato per mantenere l’autonomia dell’Ersu urbinate e della stessa università. Per far questo si mobiliteranno le istituzioni locali e le forze economiche anche della Carlo Bo. Inoltre dalla Provincia si invoca l’aiuto della Regione. Si chiede infatti di attivare un piano d’intervento per sostenere il diritto allo studio: finanziamenti per gli studenti più disagiati e più servizi, due delle voci più penalizzate dall’inadeguata erogazione di fondi da Ancona.
“Prima di parlare d’incorporamento – dice Mariano Marano, rappresentante degli studenti nell’Ersu – bisognerebbe riprogrammare le norme del diritto allo studio”. “Ogni università – continua – ha le sue peculiarità. Urbino è molto diversa dagli altri atenei marchigiani. Inoltre anche la distanza geografica contribuirebbe ad acuire il disagio. Basti pensare ai rappresentati degli studenti che per esporre i propri problemi, o per discutere di qualche tematica, dovrebbero andare ad Ancona”.
Ancora nulla di certo per la Carlo Bo. Intanto, brandendo la spada della spending review, la Regione sta incorporando i direttivi degli enti regionali per il diritto allo studio. “Un passo del genere – spiega Marano – potrebbe aver senso solo dopo aver definito le prospettive future. Per ora università e cittadinanza sono unite per evitare che l’Ersu di Urbino perda la sua autonomia”.