URBINO – Cercava di far valere le proprie ragioni in aula, ma le carte a suo supporto portavano una firma contraffatta. Il Tribunale di Urbino ha condannato a 3 anni e 4 mesi per calunnia e falso in scrittura privata P.F., ex imprenditore della città ducale attivo in vari settori.
La vicenda ha inizio nel 2006 quando l’allora legale dell’imprenditore, l’avvocato Gilberto Ottaviani, ha presentato un decreto ingiuntivo contro P.F. chiedendo il pagamento di alcune parcelle accumulate nel corso degli anni. Non potendo onorare il debito, P.F. ha autorizzato il legale a riscuotere un credito che vantava nei confronti di una ditta (ma che comunque non copriva tutta la somma). L’imprenditore ha poi deciso di denunciare il suo ex avvocato per appropriazione indebita presentando una scrittura privata, rivelatasi un falso, che prevedeva la restituzione allo stesso imprenditore di una parte della somma che Ottaviani aveva riscosso dall’impresa debitrice.
L’avvocato ha citato a sua volta in giudizio l’ex assistito, accusandolo di aver falsificato la sua firma in calce al documento: una perizia grafologica ha dato ragione al legale, mentre un altro esame, disposto dal nuovo difensore dell’imprenditore, ha ribaltato questa conclusione. Il giudice Paolo Cigliola ha oggi stabilito che la scrittura privata è un falso, condannando P.F. alla pena detentiva, sospesa per motivi di salute e di età, con pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e al pagamento delle spese processuali. Il magistrato ha inoltre disposto un risarcimento di 5 mila euro alla parte civile.