Istituto per la Formazione
al Giornalismo di Urbino

i corsi - la sede - contatti
gli allievi - i docenti - l'istituto

The Long Good Read: la doppia vita della notizia e la rivincita del cartaceo

di    -    Pubblicato il 7/12/2013                 
Tag: , ,

The long good read

Digli cosa leggi e ti darà ciò che vuoi. Un giorno non lontano un robot sarà in grado di confezionare un giornale apposta per te, su misura. Questo sistema deve essere ancora brevettato, ma un suo simile è già al lavoro per realizzare, ogni sette giorni, un nuovo numero di The Long Good Read: il meglio del Guardian online ma in versione cartacea

Il settimanale è prodotto in un’ora, da un macchina, che fa quasi tutto il lavoro e da un solo editor ‘in carne e ossa’. Ha 24 pagine, riempite con le notizie più cliccate in rete e la sua tiratura è limitata. Limitatissima: viene distribuito solo nel bar di Londra gestito dalla testata, il Guardian Coffee.

Si tratta di un esperimento editoriale realizzato dal quotidiano britannico in collaborazione con un’azienda che si occupa della produzione di piccoli giornali, The Newspaper Club. Il processo di selezione e impaginazione del periodico è quasi totalmente automatico. Una serie di algoritmi analizza gli oltre 3000 articoli pubblicati nell’arco di una settimana sul sito web del Guardian per selezionarne solo l’1%. La scelta delle notizie viene affidata a Ophan, un programma che consente di sapere chi, quando, dove e soprattutto quanto viene letto un articolo. Parametro decisivo per determinare l’importanza della notizia e inserirla nel settimanale. Una volta individuate, le trenta “top stories” passano  al vaglio dell’editor. I link delle favorite vengono poi inoltrati a una macchina, Arthr. Il robot ideato dal Newspaper Club ha il compito di impaginare le notizie: sperimenta vari layout prima di decidere dove inserire titoli, testo e foto. Anche se a volte sbaglia, l’intervento umano è comunque ridotto al minimo: servono solo pochi secondi per sistemare tutto.

L’esperimento del Guardian è anche una sfida. Il passaggio dal digitale al materiale è un processo decisamente in controtendenza, considerando che non si fa altro che parlare della crisi del cartaceo. Uno dei motivi alla base di questa scelta è talmente semplice da sembrare banale. Alle volte, come spiega The Newspaper Club, “è davvero piacevole allontanarsi dallo schermo di un computer per leggere quelle storie adatte a un pubblico che ha tempo e voglia di leggerle”.

Se invece di selezionare i più cliccati il robot scegliesse gli articoli in base ai gusti di ciascun utente ci si troverebbe davanti a un ribaltamento del sistema editoriale in cui sarebbe il lettore  a scegliere il contenuto del giornale. Nella realtà questa è la funzione svolta dal caporedattore: decide quali articoli commissionare, quali redattori incaricare, quali argomenti trattare. E ne giudica il valore, mettendo in primo piano quelli che ritiene più importanti. Capita spesso però che l’attenzione degli utenti si concentri a sorpresa su ben altre notizie, spesso traghettate da canali di diffusione secondari come Facebook e Twitter. Preferenza che si trdaducono in mattoncini digitali con cui realizzare un giornale su misura.

Sullo stesso argomento:

  • Nessun articolo sullo stesso argomento

I commenti sono chiusi