URBINO – Centosessant’anni e non sentirli: per il suo anniversario il teatro Sanzio di Urbino è nel pieno dello splendore e mostra orgoglioso la sua storia a Il Ducato attraverso un secolo e mezzo di manifesti e locandine: “Custodiamo questi manifesti in teatro e stiamo valutando l’idea di farne presto una piccola mostra – spiega Lucia Pretelli, assessore alla Cultura – sono infatti emblematici di come il tempo trascorra e cambi tutte le tradizioni. Hanno una lingua che ormai non è più la nostra, descrivono interessi ormai affievoliti e anche le stampe e gli ornamenti sono testimoni di una storia che è completamente cambiata pur continuando ad esistere”.
“Siamo orgogliosi di questo traguardo – continua la Pretelli – perché il Comune ha sempre investito sul teatro e adesso stiamo raccogliendo i risultati. Quest’anno, infatti, gli abbonamenti venduti sono aumentati rispetto allo scorso anno e questo è per me motivo di orgoglio oltre che un ottimo segno”.
Un aumento lieve, una quindicina di abbonamenti in più, ma comunque significativo in un momento in cui arte e cultura sono le prime a cadere sotto la mannaia della crisi: “Abbiamo deciso di celebrare questo anniversario nel modo più semplice possibile – ha sottolineato l’assessore – ovvero con il teatro e nel teatro: è stata programmata una stagione che va incontro ad interessi più disparati, dalla danza al teatro contemporaneo, dalle rappresentazioni dialettali al teatro per i ragazzi. Si tratta di un lavoro impegnativo e rischioso, anche perché i soldi del bilancio destinati ala cultura si assottigliano sempre più, quest’anno abbiamo calcolato 178mila euro per tutto l’assessorato, e quindi la vera linfa del Sanzio sono gli abbonati e gli spettatori che non ci abbandonano e che noi abbiamo il dovere di non deludere”.
“Negli ultimi anni– spiega l’addetto al teatro Bruno Alessandrini – si è registrata una media di presenze annue di circa 15mila spettatori, contando spettacoli in cartellone e iniziative. Sono aumentati gli abbonamenti rispetto alla stagione passata, e oggi sono soprattutto gli studenti a venire: quando ho iniziato, nell’84, avevo 24 anni e rimasi molto male nel vedere che il Sanzio era frequentato solo persone anziane, molto più grandi dei miei stessi genitori. Ora, invece, l’inversione di rotta è palese”.
L’ultimo “tutto esaurito” (in un teatro che ha 470 posti) è stato lo scorso 5 novembre con il concerto di Raphael Gualazzi, ma i tempi più belli restano quelli legati alla lirica: “Il Sanzio nasce come teatro lirico, con una fossa per i musicisti che può ospitare un’orchestra anche di 70 persone. Purtroppo è dagli anni ’90 che non sono più in cartellone, a esclusione di qualche eccezione una decina di anni fa. Questo perché – spiega Alessandrini – ospitare una compagnia lirica richiede tali spese e impegno raramente ripagati dalla partecipazione di pubblico. Nel realizzare una stagione di teatro bisogna sempre tenere conto di due elementi: l’interesse del pubblico e il budget a disposizione”.