PESARO – Giornalisti, attiviste, curiosi e politici, il Palazzo di Giustizia di Pesaro era pieno già da prima delle 10, ora di inizio del processo per l’aggressione ai danni di Lucia Annibali. Dopo tre ore la tanto attesa decisione del giudice è arrivata: il prossimo 21 febbraio Luca Varani, Altistin Precetaj e Rubin Ago Talaban saranno giudicati con rito abbreviato semplice e non condizionato.
Erano presenti all’udienza i tre indagati, che al momento restano in carcere in regime di isolamento. E c’era anche Lucia Annibali, entrata in tribunale da una porta secondaria, ma uscita a testa alta tra i flash dei fotografi e gli applausi dei presenti. Cappotto rosso, jeans scuri e un grande cappello a farle ombra sul volto, ma che non è riuscito a nascondere un accenno di sorriso.
Secondo quanto affermato dal suo avvocato, sembra che Varani abbia alzato lo sguardo su di lei una sola volta all’inizio dell’udienza, mentre gli altri due imputati sono rimasti impassibili e hanno guardato tutto il tempo il pavimento.
Nell’udienza di oggi il giudice Maurizio di Palma ha deciso di non accogliere la richiesta della difesa di procedere con rito abbreviato condizionato e di aggiungere agli atti altre perizie e consulenze esterne. Infatti il materiale acquisito durante le indagini è stato ritenuto sufficiente.
Rito abbreviato significa un verdetto in tempi molto brevi, già dal 22 febbraio si aspetta una sentenza, e comporta una riduzione di un terzo della pena per gli imputati. Tra questi l’ex della donna, Luca Varani, presunto mandante dell’aggressione, è accusato di lesioni gravissime, stalking e tentato omicidio per aver manomesso le condutture del gas della cucina della donna e rischia fino a 20 anni di carcere. Durante l’udienza, uno degli avvocati di Varani, Antonio Maisano, ha ribadito l’innocenza del suo assistito che avrebbe ordinato ai due albanesi di danneggiare con l’acido solo l’auto di Lucia Annibali, scaricando la responsabilità dell’aggressione sui due coimputati, che quindi avrebbero agito autonomamente.
“Nonostante il rigetto della nostra prima richiesta è positivo che si proceda con rito abbreviato – ha affermato Gianluca Sposito, legale di Talaban, uno dei presunti aggressori – quindi i giudici hanno ritenuto sufficienti le prove presentate fino ad ora. Non ci resta che aspettare”. Tra le richieste avanzate dalla difesa ma rigettate dal giudice c’era anche la proposta di nuova perizia dermatologica fatta da un “medico di fiducia” relativa alle bruciature riportate da Talaban alla mano destra e alla tempia sinistra che avevano incastrato il 31enne.
Anche Lucia era presente all’udienza preliminare e si è costituita parte civile chiedendo, sembra, un risarcimento danni di circa 10 milioni di euro. Stamattina la difesa di Varani le aveva proposto un parziale risarcimento dei danni offrendole un appartamento sul lungomare di Pesaro, posseduto però solo per un sesto dall’ex fidanzato della donna. ” La proposta è impropria e irricevibile” ha commentato Francesco Coli, avvocato della famiglia Annibali: “Lucia è stata più forte con l’essere qui del male che le è stato fatto, ha guardato tutti a testa alta e sarà presente anche durante il processo”.
Al termine dell’udienza l’avvocatessa urbinate, diventata simbolo della lotta alla violenza sulle donne, è stata accolta dagli applausi e da tanti “Brava Lucia, continua così” sollevati dalla folla. Lucia non ha rilasciato dichiarazioni ma, sorridendo, ha accennato a un saluto prima di salire sulla camionetta dai vetri oscurati della polizia.
Nel vederla uscire così serena Marianna Sabbatini non ha saputo trattenere le lacrime. La donna, vittima di violenze domestiche a Urbino nel 2004, era a presidio con il movimento politico Fratelli d’Italia che aveva organizzato per oggi un sit-in di solidarietà per Lucia. ” La decisione del giudice è un grande segnale per il futuro – ha affermato Angelo Bertoglio, portavoce di Fratelli d’Italia – ma il mio rammarico è l’assenza delle istituzioni nazionali a eventi come questo. A difendere Berlusconi qualche mese fa c’erano 150 parlamentari e oggi per Lucia non c’è nessuno degli esponenti nazionali”. A livello locale invece erano presenti Camilla Fabbri del Pd e Carlo Ciccioli e Barbara Benedettelli di Fratelli d’Italia.
Anche alcune esponenti dell’associazione Unione Donne in Italia erano di fronte al tribunale: “Non siamo molte – ha affermato un’attivista- ma vogliamo ricordare la nostra contrarietà a ogni forma di violenza e sopraffazione sulle donne. La storia di Lucia non è un fatto di cronaca su cui speculare, i media devono assumersi una parte di responsabilità nel raccontare questi fatti”.