FERMIGNANO – “C’è la crostata oggi? Mio figlio mi ha chiesto la crostata” chiede una signora appena entrata nella bottega. “Oggi è finita Franca, per chi è? Per Matteo?” risponde da dietro il bancone la signora Anna, da 25 anni nella sua bottega nel corso principale di Fermignano. Si sente di una razza in estinzione la signora Anna. Lavora in una di quelle botteghe alimentari dove i clienti sono facce amiche, conosce i loro nomi e quelli dei figli: “Dieci anni fa – dice la signora Anna – c’erano quasi 20 botteghe come la mia, oggi siamo in sei e conviviamo con ben quattro supermercati”.
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INTERATTIVO – La mappa dei negozi
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La grande distribuzione, di anno in anno, ha risucchiato la clientela della bottega di Anna, soprattutto giovani coppie e studenti: “Il piccolo negozio alimentari è comodo per gli anziani – dice Anna – Resistiamo grazie a chi vive intorno a noi, i giovani sono sempre meno e preferiscono supermercati e discount”.
Il Natale sembra ormai un periodo come un altro: “Pacchi e cesti regalo sono obsoleti – dice Anna mentre sorride guardando i panettoni con i salami e lo spumante – Siamo qui mani in tasca ad aspettare che le cose migliorino: di certo ci pieghiamo a questa crisi, ma non ci spezziamo”.
Nella piazza del Comune c’è chi resiste da 50 anni passando l’attività di generazione in generazione. Dentro Corbucci 1954 c’è una signora anziana entrata solo per salutare, ma poco prima una famiglia è uscita con alcune buste piene di biancheria intima e un pigiama per bambini. La porta del negozio resta chiusa per poco tempo, il movimento c’è, anzi: “Rispetto allo scorso Natale – dice la titolare, nipote di chi ha fondato l’attività – siamo ripartiti col piede giusto, novembre è stato tremendo con le tasse da pagare e l’aumento dell’Iva”. Anche qui la clientela ha sempre più spesso una certa età: “I giovani non mancano, ma sono le mamme che entrano e comprano per l’intera famiglia”. Il clima tende all’ottimismo, rimanendo con i piedi per terra: “Lo scorso anno la crisi si è fatta davvero sentire e la chiusura delle aziende della zona non ha facilitato le cose: quest’anno siamo tornati a respirare e speriamo che le feste portino buone notizie”.
L’INCHIESTA: Crisi del commercio, non c’è ripresa nelle vie di Urbino
La torre medievale in fondo al corso principale, che parte dalla piazza, è in penombra, gli addobi di Natale non vanno oltre un grande abete davanti alla sede del Comune. Tra un barbiere, una saracinesca abbassata, un fotografo e un negozio di scarpe, c’è un locale pieno di colori: “A metà tra una galleria e un negozio” racconta Gianluca, il titolare oltre che autore di buona parte dei quadri appesi alle pareti: “Il corso si sta spopolando e le prospettive non mi sembrano buone, se non fossi proprietario del mio locale, per me sarebbe stato impossibile pagare anche l’affitto e rimanere aperto”. Nel suo locale Gianluca dipinge, crea prodotti di artigianato artistico e propone gli oggetti di design fatti da altri che più lo incuriosiscono: “Mi sono diplomato all’Accademia di Urbino, ho cominciato con una manciata di miei quadri, ma con il tempo mi sono allargato: oggi sono convinto che bisogna vendere anche su internet, ma non voglio passare ore davanti a uno schermo”.
Trovare un regalo di Natale originale da Gianluca non è difficile, ma lui al periodo delle spese per eccellenza crede sempre meno: “Da cinque anni non vedo variazioni e non mi aspetto sorprese: sono già felice di fare il lavoro che mi piace, ma non mi sento fortunato perché se resisto lo devo alla convinzione delle scelte che ho preso”
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