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Urbino 2019, il Comune si difende: “Avevamo puntato sul Rinascimento”

di    -    Pubblicato il 15/01/2014                 
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URBINO-2019URBINO – “Loro volevano il cemento, si aspettavano la costruzione di infrastrutture, mentre noi abbiamo puntato sul concetto di nuovo Rinascimento“: è un vero muro contro muro quello fra Comune di Urbino e i 13 giudici della commissione che hanno bocciato la candidatura della città ducale a capitale europea della Cultura 2019. Il dossier presentato da Urbino ha ricevuto dalla giuria due principali critiche: lo scarso coinvolgimento dei cittadini, sia urbinati che marchigiani, e l’eccessiva quantità di budget dedicata alle operazioni di marketing.

Per quanto riguarda il primo punto, il Comune ha risposto sottolineando che “da circa due anni i cittadini sono costantemente coinvolti nella ricerca delle soluzioni a tutti i problemi tramite tavoli condivisi e dal basso”. Un lavoro che, in una dimensione piccola come quella urbinate, “non aveva bisogno di essere replicato”.

Il budget investito nella candidatura e la percentuale impiegata nella gestione del marketing aprono invece altre questioni. La critica ricevuta dai 13 giudici è il poco coinvolgimento dei privati nella raccolta dei fondi e nella programmazione delle iniziative: “La giuria si aspettava progetti di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, un po’ come sta accadendo per Nuova Porta Santa Lucia – ha spiegato il Comune – ma prima di scrivere il dossier abbiamo analizzato il rapporto Palmer, l’unico studio dedicato alla stesura dei dossier di candidatura a capitale europea della Cultura, e abbiamo visto che la presenza del settore pubblico in tutte le città vincenti era sempre stato tra il 70 e il 90 per cento: quindi Urbino sarebbe stata totalmente in linea”.

L’obiezione della giuria è chiara: la città ideale, quella che ha dato i natali a Raffaello e Bramante, è rimasta troppo ancorata alla sua essenza elitaria. Urbino ha proposto di diventare per il 2019 un crocevia di studiosi e intellettuali di fama mondiale, senza spiegare come concretizzare una tale idea. “I giudici si aspettavano che in città restasse qualcosa di concreto – afferma l’amministrazione comunale – che chiunque arriverà a Urbino dopo il 2019 potrà ancora vedere. Forse pensavano alle metropolitane, agli aeroporti costruiti in altre città”, senza pensare che a Urbino non c’è nemmeno la stazione.

Dopo il viaggio a Roma per la presentazione del Programma Italia 2019 – in cui si chiede che i progetti presentati dalle città candidate a capitale europea della Cultura siano portati avanti nonostante l’espulsione dalla corsa – il sindaco di Urbino Franco Corbucci ha ancora l’agenda ricca di appuntamenti dedicati a Urbino capitale della cultura. Ieri il Programma Italia 2019 è stato presentato in conferenza stampa e seguito da un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi, ma il primo cittadino della città ducale dovrà tornare a Roma almeno altre due volte in questo mese: il 24 gennaio per un incontro con il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia e il 30 per un confronto con il ministro dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo Massimo Bray.

Anche Vittorio Sgarbi, in visita a Urbino il 14 gennaio al Teatro Sanzio, per la presentazione del suo nuovo libro, ha commentato l’esclusione di Urbino dal titolo di capitale europea della Cultura 2019 affermando che non era stata valutata la città ma soltanto il progetto.

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