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Da Urbino al Camerun per insegnare farmacia. Il diario online dei professori

di    -    Pubblicato il 21/01/2014                 
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camerun2URBINO – “La cosa che più mi ha colpito di questi ragazzi camerunensi è che hanno appreso in cinque settimane quello che qui insegno in corsi che durano due mesi e mezzo. Si alzano alle tre di notte e studiano fino alle nove, poi vanno a lezione”. Simone Lucarini, docente dell’università di Urbino, racconta così  i 17 ragazzi a cui ha insegnato Analisi dei medicinali nel 2012. Il suo viaggio in Camerun, assieme a quello di altri professori delle facoltà di Farmacia degli atenei di Urbino e Camerino, fa parte di un progetto di collaborazione, avviato due anni fa, tra le due università italiane e quella camerunense di Dschang. Un’esperienza fuori dal comune che i docenti hanno raccontato in un blog che raccoglie le immagini di tutte le loro esperienze in Camerun, dalla gita domenicale a Foumban all’uscita con i ragazzi per festeggiare la fine degli esami.

I professori sono partiti per tenere sei corsi a un massimo di venti ragazzi già in possesso della laurea triennale e selezionati attraverso un test: tre di loro si sono ritirati, mentre gli altri 17 arriveranno in Italia il prossimo 20 febbraio. Nove saranno accolti dall’università di Urbino e otto da quella di Camerino, a cui risultano regolarmente iscritti e dove completeranno il loro percorso di studi: dopo i sei esami sostenuti in Camerun e i restanti otto da superare negli atenei italiani, otterranno una laurea magistrale in Farmacia e riconosciuta dall’Unione Europea entro l’estate del 2015.

Il professor Lucarini non è potuto tornare in Camerun a fine 2013, per insegnare al secondo gruppo di studenti selezionati e che seguiranno lo stesso percorso dei 17 che stanno per arrivare in Italia, perché è diventato papà. Giovanni Piersanti, invece, docente di chimica organica farmaceutica, è uno di quelli che  sono partiti due volte per lo stato africano. Walter Balduini, che insegna tossicologia, a Dschang ci è stato dal 28 novembre al 23 dicembre 2013. Le foto che ha scattato durante il suo soggiorno sono la testimonianza fedele di una città povera e coloratissima, con una sola strada asfaltata e il “Gran Marché” che una volta alla settimana richiama molte persone dalle zone circostanti. “Per andare all’università avevamo a disposizione un autista  – racconta Balduini – ma io preferivo prendere il moto-taxi, che in euro costa circa 20 centesimi”.

A Dschang, per insegnare farmacia

L’università di Dschang, dove con i fondi stanziati per il progetto è stato avviato un laboratorio di didattica, ha tre fotocopiatrici nel cortile interno e le file di studenti si formano in fretta. “Una di loro stava aspettando le fotocopie e nel frattempo teneva il suo bambino in una piccola scatola di cartone – ricorda Balduini – Lui si divertiva, come se fosse nel box”. Ma, nella facoltà di Farmacia di Dschang, il rapporto più autentico con gli studenti camerunensi si è creato in aula: “I ragazzi erano sempre molto interessati e tra di loro c’era una sana competizione“, dice Lucarini. Le stesse impressioni si ritrovano nei ricordi del professor Piersanti. “I sorrisi degli studenti – raccontano i docenti – colpiscono per la serenità che questi giovani dimostrano nonostante le enormi difficoltà in cui vivono”. “In loro ho notato anche un forte rispetto, riconoscimento e la voglia di imitare il docente – aggiunge Piersanti – Quando sono tornato in Camerun nel 2013, i ragazzi a cui avevo insegnato l’anno precedente mi hanno accolto come un parente”.

Il Camerun è un paese bilingue, anglofono nella porzione più a ovest del paese – dove si trova Dschang – e francofono verso est. I docenti di Urbino e Camerino hanno tenuto tutte le loro lezioni in inglese, affiancati da dei “teaching assistant” che “hanno tenuto una lezione a testa, ma che dal prossimo anno dovrebbero diventare parte integrante del corpo docenti”, spiega Balduini. Durante l’estate, intanto, i ragazzi che stanno per arrivare in Italia hanno studiato lla nostra lingua. “Qui a Urbino frequenteranno regolarmente i corsi nella nostra lingua assieme a tutti gli altri studenti”, sottolinea Lucarini.

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