FERMIGNANO – Un bidone che serve per far macerare lo sterco di cavallo, con sopra la scritta “La politica italiana”. Poco più in là, una pressa arrugginita che serviva a stampare la ceramica e un mattone, fatto in una fabbrica di Urbania, con l’impronta di una mano. Titolo dell’opera? “Pressione fiscale” Sono solo alcuni dei lavori che Alfredo Ferretti ha raccolto nel parco della sua villa Ca’ Maria Teresa, a Serra Alta di Fermignano.Tutti esempi di arte povera, installazioni realizzate dai suoi amici artisti con soli materiali riciclati e accomunate da un unico obiettivo: fare satira politica.
“Pressione fiscale – Non mettere le mani in tasca agli italiani” è il nome dell’installazione composta dalla pressa e dal mattone con l’impronta. “Se eri simpatico al capocantiere – racconta Alfredo – ti faceva lasciare l’impronta sui mattoni di ceramica ancora fresca”. E così quel pezzo di ricordo oggi è diventato parte di un’opera d’arte.
Tutte le opere rispondono a delle regole ben precise: “Devono essere rigorosamente realizzate con materiali di scarto – spiega Alfredo – alcuni dei quali recuperati anche da me. Ho poi chiesto agli autori di non firmarsi e di non pretendere nessun compenso“. L’idea di dedicare l’intero parco all’arte povera è maturata piano piano, aiutata anche da una serie di causalità: “Nel 2012 un amico mi ha chiesto di andare a ritirare una sua opera, io gli ho detto sì ma a patto che poi potessi tenerla e lui ha accettato”. Così, nel giardino di Ca’ Maria Teresa, sono arrivate le “Ali della libertà” e nel frattempo Alfredo ha stilato una lista dei temi politici che più lo hanno colpito. Questi temi, affidati alla mano e alla creatività di molti amici artisti, sono diventati i titoli delle installazioni che colorano il “Parco Pacifico Ferretti”. Le opere sono spesso pungenti e assimilano la politica al massimo esempio di immoralità: “Molte hanno fatto indignare i perbenisti”, racconta con un evidente grado di soddisfazione.
La ceramica è uno dei materiali più presenti nel parco di Ca’ Maria Teresa, dove in realtà si trova un po’ di tutto. In un angolo sono raccolti dei cocci di vecchi vasi e pezzi di legno, nascosti dietro la scritta “L’Aquila 6 aprile 2009?”. Dall’altro lato del giardino ci si imbatte in un oggetto anomalo, “pieno di buchi che erano usati per lasciar colare i polli a testa in giù dopo che venivano uccisi in un ristorante”, racconta Alfredo. E oggi questo vecchio pezzo di metallo si chiama “Buchi di bilancio”. In tutte le opere i riferimenti politici sono immediati e facilmente intuibili, come nel “Porcellum”: un contenitore di ceramica che veniva usato per cuocere l’arista. Oppure in “Stelle con lacrime di sangue”, un dipinto dedicato al movimento di Beppe Grillo. Dai corsi e ricorsi della politica all’ultima attualità, le installazioni non se ne sono persa una. Nemmeno l’ultima discussa tassa sui rifiuti: un cestino dell’immondizia è diventato un’opera intitolata “Ci mancava la Tares”.
Passeggiando tra le opere ci si può sedere su due assi di legno attorno a un tavolo dello stesso materiale, ma in realtà anche questi costituiscono una delle installazioni. Tavolo e panche si intitolano “La bouvette” – in riferimento al lussuoso ristorante frequentato dai parlamentari – e l’opera prende spunto da un’osteria toscana. “A Poggibonsi c’è un locale che si chiama ‘La Bisbocceria’ – racconta Alfredo – dove si incontrano le persone più strane di questo mondo”.
Il parco “Pacifico Ferretti – Arte e Politica povere” – in cui sono raccolte le opere – Alfredo lo ha intitolato a suo nonno e dedicato ai tre nipotini, che però per adesso preferisce tenere alla larga dalle installazioni che colleziona e soprattutto dalla politica italiana. Lo spazio è stato inaugurato lo scorso 9 novembre, quando Alfredo ha presentato agli ospiti tutte le creazioni che i suoi amici artisti hanno realizzato per lui.