URBINO – Vittorio Sgarbi non è candidabile. Dopo il voto di venerdì scorso, per il Partito Democratico di Urbino la questione ormai è chiusa: il nome del critico d’arte non ci sarà alle primarie. Non si tratta di andare contro alle regole stabilite per le primarie, dal momento che Pd, Socialisti, Verdi e Sel non hanno firmato alcun regolamento di coalizione, ma di un problema di immagine che tira in ballo l’etica.
“I trascorsi legali di Sgarbi lo rendono un personaggio in conflitto – ha detto il segretario del Pd urbinate Gianfranco Fedrigucci – con la linea ideologica che il Partito Democratico ha deciso di seguire in questi ultimi anni. Se a un membro del Pd basta un pagamento non effettuato per decretarne l’estromissione dalla candidatura, non vedo come un condannato per assenteismo e produzione di falsi documenti possa essere in regola”. A questo proposito il segretario chiama in causa l’operazione liste pulite e sembra indicare una linea ferma e definitiva, anche per le pressioni ricevute dalla base del partito. “I nostri elettori si sono espressi – continua Fedrigucci – e non si presenteranno a votare se tra i candidati alle primarie ci sarà il nome di Vittorio Sgarbi. In caso si potrebbe prendere in considerazione una futura collaborazione, ma per la corsa a sindaco è questione chiusa”.
A favore dell’ipotesi Sgarbi è, invece, Federico Scaramucci, consigliere comunale della giunta Corbucci e renziano della prima ora, nonché candidato alla poltrona da sindaco. “Avremmo comunque vinto alle urne – ha dichiarato Scaramucci – non c’era bisogno di estrometterlo a priori, anche perché siamo il Partito Democratico e la democrazia deve essere inclusiva, non esclusiva”.
Quello che è certo è che la bocciatura ha minato la stabilità dell’intesa con i Verdi, che adesso sono pronti a correre per le amministrative da soli pur di sostenere il critico, tant’è che il vice sindaco Lorenzo Tempesta ha rimesso il suo mandato nelle mani del primo cittadino Franco Corbucci, consegnando le dimissioni. Un’azione che è più simbolica che altro e che non creerebbe grandi smottamenti in consiglio perché i Verdi contano un solo consigliere, troppo poco per mettere in crisi la maggioranza.
Ad ogni modo la posizione del vice sindaco è definita: “Dire no a Sgarbi è dire no al nostro partito – ha detto Tempesta – le motivazioni che hanno portato al parere negativo sulla nostra proposta non hanno fondamenta né nel regolamento per le primarie di coalizione, un documento che non è ancora stato firmato, né nell’etica del centrosinistra che ha sempre sostenuto di volere elezioni ‘libere e aperte’. Non restiamo all’interno di una coalizione dove il Pd è libero di presentare i propri candidati e noi no”.
Sui motivi che hanno avvicinato il critico d’arte ai Verdi urbinati, Tempesta parla di un sintonia su molti argomenti, tale da metterne in secondo piano il passato politico, militanza per Forza Italia compresa: “Prima di tutto il dottor Sgarbi ha a cuore le tematiche ambientali – ha dichiarato il vice sindaco – inoltre conosce bene Urbino e ha molte idee per il suo sviluppo. La nostra è una candidatura pensata prima di tutto a favore della nostra città”.
Una posizione che sembra segnare il punto di non ritorno e che potrebbe diventare ufficiale in questi giorni, dopo un nuovo incontro tra i vertici urbinati dei Verdi e Vittorio Sgarbi.