URBINO – Non lavorano, non studiano, non prendono parte ad alcun tipo di attività formativa. Sono i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training), giovani tra i 15 e i 29 anni, e nelle Marche erano, nel 2012, 225.562, in crescita del 2,4% rispetto a un anno prima. Ragazzi per i quali il rischio di mancato reinserimento nel mondo del lavoro aumenta ogni anno sempre di più.
I dati sono contenuti nel rapporto Noi Italia dell’Istat. Se tra il 2005 e il 2007 l’incidenza dei Neet aveva subito una leggera regressione, toccando nelle Marche l’11,3%, è nell’anno appena trascorso che si è registrato il livello più alto: 17,8% di cui il 19,9% sono donne. Un trend che rispecchia perfettamente la situazione nazionale: in Italia sono 2.250 mila i giovani inattivi (26,1% di donne contro il 21,8% di uomini).
Dal confronto con le regioni confinanti, le Marche si posizionano al secondo posto, preceduti dall’Emilia Romagna con il minor numero di giovani inattivi il 15,9%, e seguiti dall‘Umbria (18,7%) e dall’Abruzzo (19,5%). Mentre nel biennio 2009-2010 l’aumento dei Neet aveva coinvolto principalmente i giovani del Centro-Nord, nell’anno appena trascorso il maggior numero di ragazzi che non studiano e non lavorano e concentrato nel Mezzogiorno.