Viva gli spin-off dell’ateneo
Nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro: giovani studenti, ricercatori, ma anche precari in balìa di un Paese che offre sempre meno prospettive. È il quadro di un’Italia piegata da una crisi che sembra non avere fine.
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In mancanza di una risposta risolutiva uno spiraglio di fiducia può arrivare da idee innovative che aprano nuovi spazi. Gli spin-off, partenariati tra università e imprese, possono rappresentare un’opportunità per applicare la ricerca accademica al mondo del lavoro.
Da un sondaggio effettuato su un campione di 106 persone con età e titolo di studio differenti, abbiamo testato il livello di conoscenza di queste forme di cooperazione.
Nonostante gli spin-off siano una delle poche realtà che sfruttano le idee e i progetti maturati nei laboratori universitari mettendoli al servizio delle imprese, in pochi sanno di cosa si tratta. Solo il 25% degli intervistati dichiara di conoscerli con certezza, mentre un significativo 32% ne ha sentito parlare, ma ha le idee confuse. La stragrande maggioranza non ha idea di cosa siano e un buon 9% non sa nemmeno che esistono.
Solo due persone affermano di aver preso parte a uno spin-off, ma ritengono che questa esperienza non abbia portato nessun vantaggio. Se una buona percentuale è incuriosita da questa possibilità, il restante 32% è totalmente disinteressata.
Alla domanda cruciale sulle prospettive lavorative che riservano gli spin-off, prevale una fiducia inaspettata rispetto alle risposte precedenti: quasi la metà del campione li ritiene una delle poche opportunità per entrare in contatto con il mondo delle imprese. Emerge allo stesso tempo un forte sentimento di diffidenza, complice il periodo di difficoltà vissuto dalle nuove generazioni. Sono sempre di più gli scoraggiati che rinunciano a cercare lavoro o anche solo a informarsi sulle nuove strade possibili.