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I volontari del Tribunale del Malato: “Da 10 anni lottiamo per i diritti dei pazienti, ma siamo pochi”

di e    -    Pubblicato il 12/02/2014                 
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Giacomo Megna, Maria Clara Staccioli ed Elvira Moretti

A sinistra Giacomo Megna, a destra Maria Clara Staccioli e al centro Elvira Moretti, responsabile

URBINO – Al primo piano dell’ospedale di Urbino c’è un piccolo ufficio. Gli orari sulla porta parlano di tre giorni a settimana di apertura al pubblico, il lunedì, il mercoledì e il venerdì. All’ interno due persone, Maria Clara Staccioli e Giacomo Megna: “Siamo due volontari del ‘Tribunale del Malato‘ e siamo qui da più di dieci anni”.

Una scrivania, un computer, il telefono e un registro su cui sono annotate tutte le circa 190 richieste di intervento ricevute nel 2013: “Ci occupiamo delle lamentele sul funzionamento dell’ospedale. Spesso la stessa persona fa anche più di una segnalazione e non neghiamo che a volte alcune sono superflue. Però, magari, ogni cinque segnalazioni arbitrarie, c’è quella che spezza il cuore e che fa capire quanto sia importante questa nostra attività di volontariato”.

Come la storia di un piccolo orfano cinese di un anno abbandonato in ospedale qualche anno fa. Aveva gravi insufficienze respiratorie e deficit mentali: “Lo abbiamo accudito come un figlio – racconta Maria Clara Staccioli – i genitori non volevano tenerlo e noi volontari, a turno, gli abbiamo fatto compagnia per giorni. Fino a che non è stato assegnato ad un istituto”.

Anche le altre storie sono delicate: un’anziana signora della provincia che abita da sola e che ha aspettato per mesi la visita per ricevere l’indennità di accompagnamento, un artigiano che ha dovuto lasciare il suo lavoro per sei mesi a causa di un’operazione, a suo dire, andata male.

“In casi come questi – spiega Giacomo Megna – noi interveniamo per sollecitare l’Asur quanto meno a dare una risposta alla richiesta di risarcimento. Capiamo che l’Azienda Sanitaria riceve migliaia e migliaia di richieste da tutta la regione e che siano in affanno, ma un uomo che aspetta da più di un anno di sapere se almeno la sua domanda sia stata considerata e che magari ha perso tanto della sua vita e del suo lavoro, merita comunque rispetto”.

Sono circa una decina a lavorare al tribunale del malato e tutti volontari. Insegnanti e professionisti in pensione. Non ricevono sovvenzioni di alcun tipo, fanno parte della rete nazionale di Cittadinanza Attiva e sia l’ufficio che i servizi telefonici e telematici sono stati forniti dall’ospedale: “Cerchiamo persone che vogliano unirsi a noi, giovani che abbiano voglia e siano motivati nell’aiutare e assistere gli utenti dell’ospedale. Avremmo davvero bisogno di un avvocato e di un medico legale che possano seguire i malati. Ovviamente in modo gratuito e disinteressato. Crediamo che ci possano essere persone così qui a Urbino, motivate e disposte a donarsi per una buona causa”.

Alle spalle dei volontari, storie di sofferenza: “Noi tutti abbiamo avuto un parente, un amico, malato o morto precocemente. Sappiamo quale sia il sapore della sofferenza in questi momenti e abbiamo voluto metterci in gioco, fare qualcosa nel nostro piccolo. Così, se c’è qualche disservizio, se un medico ritarda nelle visite o se gli utenti ritengono ci sia qualcosa che non funziona bene, noi siamo qui a disposizione. Cerchiamo di intervenire autonomamente contattando i reparti se sono cose semplici, indirizziamo e forniamo materiale nei casi più spinosi e difficile come possono essere le richieste di risarcimento o i trattamenti ritenuti dannosi”.

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