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Crisi, a Urbino resiste il business dello sport. Ma soffre il calcetto

di    -    Pubblicato il 13/02/2014                 
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palestra URBINO – La crisi a Urbino ha fatto chiudere negozi e ha lasciato molti senza lavoro, tra dipendenti, imprenditori e agricoltori. Ma non ha spento la voglia di sport di studenti e cittadini urbinati.
È positivo infatti il bilancio che emerge guardando alle società e attività sportive della città. Dalle palestre al calcetto, non ci sono stati sensibili cali negli iscritti, a parte qualche eccezione, e alcune attività hanno addirittura visto un incremento superiore allo scorso anno.

È il caso della palestra Playactive, una delle tre presenti a Urbino e aperta lo scorso anno. Dopo il primo periodo di assestamento, l’associazione è riuscita oggi a raggiungere un livello di iscrizioni quattro volte più alto, sia tra gli studenti, in numero maggiore, sia tra gli urbinati. “Con la vita sedentaria che facciamo oggi a un certo punto abbiamo bisogno di uscire – ha spiegato Antonio Prudenzano, titolare della palestra –  e siccome a Urbino spesso non si sa dove andare, la gente usa la palestra come momento di socializzazione, per questo non vi rinuncia”.

Un’aspetto importante nel business del fitness sono le promozioni e le agevolazioni sugli abbonamenti. “Il cliente non pensa solo a spendere di meno – ha continuato Prudenzano – ma vuole un pagamento dilazionato, personalizzato, che vada in contro alle sue esigenze. Per noi è stato importante dare un’offerta all-inclusive ai clienti, senza distinzione tra abbonamento corsi o sala pesi”. Dello stesso avviso è il referente della palestra del Consorzio Gymnasium Antonio Negro, secondo il quale “nonostante la crisi le persone non vogliono rinunciare allo sport e non lo fanno soprattutto perché vengono messi nelle condizioni di poterlo fare”, attraverso, appunto sconti particolari e un’ampia offerta di attività sportive. Anche qui il numero di iscritti, a dicembre 2013, ha registrato un 15% in più, tra studenti e cittadini urbinati, il cui numero è aumentato rispetto agli scorsi anni.

Ma è anche vero che non conta soltanto il numero di iscritti. Secondo Armando Simbari, titolare della palestra Mad di Urbino, “più persone non significa più incassi, nella nostra palestra abbiamo avuto più abbonamenti ma il guadagno è rimasto invariato”. Lo sconto che riceve il cliente lo deve ammortizzare il proprietario: “Se prima regalavi più asciugamani a una persona, adesso stiamo attenti a darne solo uno e risparmiare, bisogna ottimizzare le spese se si vuole continuare”.

Andamento positivo (+10% di iscritti) anche alla piscina comunale, che ha mantenuto lo stesso tariffario negli ultimi anni, essendo gestita da Urbino servizi, un ente pubblico e quindi molto vincolato. “Abbiamo fatto qualche promozione nei momenti di meno afflusso – ha spiegato Erasmo Palmaccio, responsabile vasca – dalle 12 alle 15 il prezzo di un ingresso giornaliero è stato ridotto da 7 euro  a 4 e questo è stato un ottimo incentivo”.

Stabile o leggermente in calo la situazione in sport come ginnastica o tennis. Secondo Gabriele Cocchi, presidente dell’associazione Gymnasticando, “le famiglie urbinati tengono molto allo sport, soprattutto per i loro figli. I nostri iscritti sono principalmente cittadini di Urbino, di studenti universitari ce ne sono solo 2, massimo 3, all’anno”. Ad agevolare l’iscrizione è anche lo sconto sulla tessera associativa che spesso viene fatto per i componenti dello stesso nucleo familiare, metodo che viene in contro anche alle difficoltà di molti genitori-lavoratori di accompagnare i propri figli a fare diverse attività sportive in posti diversi. Niente di preoccupante per ora neanche nel tennis. All’associazione tennis Piansevero, secondo uno dei responsabili Simone Stolzini, “la crisi ha influenzato tutto e ha inciso anche sulle iscrizioni ma di poco”, circa una decina in meno. “Per ora è tutto regolare, abbiamo una media di sette o otto ore di prenotazione dei campi a sei euro l’ora a persona. L’unica cosa che cambia è che se prima una persona faceva due o tre ore a settimana ora ne fa una o due, ma per adesso non ci possiamo lamentare”.

Contro ogni previsione, vista la passione squisitamente italiana, i circoli di calcetto sono quelli che di più hanno risentito della crisi. All’associazione sportiva Palaferro i partecipanti sono sempre meno di anno in anno, ma quest’anno è quello più difficile anche in termini di affitto dei campi. Se prima si giocava due o tre ore al giorno, ora ci sono giornate in cui i campi non sono nemmeno aperti perché non c’è nessuno. Stesso scenario alla A.s.d. Palagadana Deda Sport, altra associazione di calcio di Urbino: anche qui sempre meno associati rispetto al passato. “Il punto è che la nostra attività è molto legata agli studenti – ha spiegato Vito de Fazio, responsabile dell’associazione – che hanno meno soldi e sono di meno, ma andiamo avanti perché siamo un’associazione e abbiamo agevolazioni importanti”.

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