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Caso di febbre suina a Urbino: uomo ricoverato d’urgenza, ora è a Firenze

di    -    Pubblicato il 19/03/2014                 
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Ospedale di Urbino

Ospedale di Urbino

URBINO – La febbre che durava da diversi giorni non accennava a scendere e poi sono sorte le complicazioni. Così un uomo sulla cinquantina, residente a Urbino, è stato ricoverato d’urgenza la settimana scorsa all’ospedale, in terapia intensiva, per una grave crisi respiratoria. La causa accertata è il virus A/H1N1, la cosiddetta ‘febbre suina‘, apparsa per la prima volta in Italia nel 2009. Un tipo di influenza che a prima vista assomiglia a quella di stagione ma in realtà ben più pericolosa, soprattutto nei soggetti più fragili.

“All’inizio non sapevamo cosa fosse – spiega il dottor Andrea Cani, dirigente dell’ospedale di Urbino – ma poi dagli esami abbiamo capito che si trattava del virus A/H1N1, un’influenza che può comparire di tanto in tanto.  Abbiamo subito seguito il protocollo regionale, creato dopo il 2009, e abbiamo trasferito il soggetto a Firenze per delle cure specifiche”.

Secondo il dottore questo è l’unico caso apparso negli ultimi quattro anni a Urbino e nonostante la gravità, non ci sono pericoli per i cittadini.  “Per il momento non possiamo dire molto sulle condizioni dell’uomo – conclude Cani – ma a Firenze sanno cosa fare e noi abbiamo agito subito facendo tutto il possibile”.

L’ AH1N1, nella sua forma più aggressiva, colpisce soprattutto i bronchi, i polmoni e le vie respiratorie. Secondo gli ultimi dati della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), nella stagione 2012 -2013 sono stati colpiti dall’influenza oltre 2,7 milioni di italiani, con una maggiore incidenza nelle Marche, in Val d’Aosta ed in Trentino.

“La suina in soggetti fragili, soprattutto bambini, anziani e persone con problemi cardiaci o polmonari, può anche essere fatale se viene sottovalutata – spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano – era la stessa che circolava in Italia nel 2009 e che ha creato tanto allarmismo, ma poi è stata declassata e ora la si considera alla pari di quella stagionale, ma non è cosi”. In Italia, precisa il virologo, circa il 10% dei casi hanno delle serie complicanze e nel mondo il virus provoca di media la morte di 3-4000 persone all’anno.

“Anche se è un’influenza connaturata con quella stagionale – continua Prigliasco – non significa che non sia pericolosa. Ai soggetti a rischio è consigliabile fare delle analisi specifiche in caso la febbre non passi dopo diversi giorni”.

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