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La protesta degli studenti disabili: “Noi discriminati”

di    -    Pubblicato il 2/04/2014                 
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disabili2 URBINO – Gli studenti disabili di Urbino si ribellano. Non accettano la nuova convenzione tra Università e Ami (l’azienda dei trasporti integrati). Il testo del nuovo accordo stipulato tra i due enti prevede che il servizio navetta per gli studenti portatori di handicap possa portare gli stessi soltanto verso le strutture universitarie. Niente più fermate al supermercato o alla mensa, niente più libertà di prendere un aperitivo in un bar del centro storico.

“La segreteria degli assistenti ai disabili – racconta Davide Andrea, uno dei ragazzi che aiutano gli studenti con handicap – ci ha riferito, in maniera informale, che la convenzione avrebbe ridotto il servizio di trasporto. Quando abbiamo chiesto spiegazioni, ci è stato risposto che la convenzione, in realtà, non è stata modificata, che il testo è sempre stato questo e che erano gli autisti a farci il ‘favore’ di allargare il servizio anche ad attività extrauniversitarie. Magari la situazione resterà la stessa, grazie alla disponibilità dei lavoratori, ma noi non possiamo accettarlo: esigiamo che i nostri diritti siano scritti nero su bianco”.

Gli studenti disabili, accompagnati da un’ampia partecipazione dei loro colleghi ‘normodotati’, hanno sfilato dal collegio “La vela” fino al comune, all’Ersu e all’università per consegnare il volantino con le loro rivendicazioni.

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Uno degli ascensori del collegio La Vela, in cima a una rampa di scale

La situazione dei trasporti è legata a doppio filo con la sistemazione dei ragazzi: vivono all’ottavo piano del collegio (quello al livello dell’atrio) e da lì non possono spostarsi nel resto della struttura progettata negli anni 70, quando le norme sulle barriere architettoniche non esistevano. Gli unici ascensori che esistono al collegio “La vela” sono “incastrati” tra due rampe di scale, completamente inaccessibili a chi ha difficoltà motorie (vedi foto a destra).

“Siamo discriminati dall’università – racconta Antonio, uno dei ragazzi – i servizi sono scarsi e difficili da ottenere. L’autobus infatti funziona a chiamata, si deve avvertire un giorno prima ed è difficile organizzarsi la giornata in anticipo”.

Leonardo, un ragazzo calabrese che usa una sedia a rotelle, è chiaro nello spiegare la sua situazione: “Siamo costretti a vivere su un piano solo, non possiamo nemmeno accedere alle sale studio che stanno al settimo piano. Ci hanno messo dei tavolini nell’atrio che però, essendo un atrio, non è un luogo silenzioso e adatto allo studio. Se tagliano anche il servizio trasporti saremo completamente bloccati qui. La soluzione, comunque, è semplice: potrebbero semplicemente spostarci al collegio Internazionale che è una struttura più nuova, dotata di ascensori e molto più funzionale alle nostre esigenze”.

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