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Il prorettore Vilberto Stocchi: “Apriamo l’università di Urbino ai giovani ricercatori”

di    -    Pubblicato il 8/04/2014                 
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OLYMPUS DIGITAL CAMERAURBINO – “Semplificazione della governance e della burocrazia universitaria. Ripartiamo da qui”. A dirlo è Vilberto Stocchi, uno dei quattro candidati alla carica di rettore. Il 28 e 29 maggio si voterà per eleggere il numero uno dell’ateneo di Urbino e la campagna elettorale è già avviata. Dopo Massimo Baldacci e Giorgio Calcagnini, il Ducato dà spazio al programma del prorettore e preside della facoltà di Scienze Motorie, che da 16 anni occupa ruoli di rilievo all’interno dell’università.

“La priorità è quella di programmare uno sviluppo a lungo termine per questo polo universitario. Per farlo dobbiamo avere una visione strategica e cercare di migliorare la ricerca, la formazione e il  trasferimento dei risultati. Dobbiamo far conoscere meglio le nostre eccellenze e gli obiettivi che abbiamo raggiunto in termini di ricerca, iscrizioni e qualità”. Stocchi segnala con rammarico come l’Università di Urbino sia fanalino di coda nell’ultima classifica Anvur (l’agenzia che valuta il sistema di ricerca nazionale): “Mi impegnerò a migliorare questa posizione”.

Più importanza alla dimensione internazionale e valorizzazione della ricerca, queste le ricette di Stocchi: “Occorre rafforzare il numero di studenti e far sapere che in questi ultimi anni siamo uno dei pochi atenei in controtendenza, perché, nonostante la crisi, da noi le iscrizioni sono addirittura aumentate. E lasciare spazio ai giovani: nell’ultimo anno oltre 100 giovani colleghi si sono abilitati, dobbiamo trovare le risorse per far valere il loro saperi qui alla Carlo Bo. Un ricercatore dà il meglio di sé tra i 20 e i 30 anni. È una tragedia che proprio i neolaureati siano costretti a stare fermi perché non c’è lavoro”.

Forte della sua esperienza politico-amministrativa, è sulla riforma della burocrazia che Stocchi insiste. “Razionalizzazione, che non è una brutta parola. L’università sarà valorizzata attraverso l’innovazione, la competenza e la semplificazione”.

Stocchi non ha dubbi su quale sia il valore aggiunto della Carlo Bo: ” Da giovane, Federico da Montefeltro ha costruito un regno. C’è bisogno di speranza e ce lo insegna anche il passato. Dobbiamo valorizzare il nostro unicum, l’integrazione tra discipline umanistiche e scientifiche (non in concorrenza ma in sinergia)  e tra passato e futuro. Una settimana fa ho ricevuto una email dall’università dell’Iowa, mi chiedevano se quest’estate avremmo attivato una summer school sul Rinascimento. Dove altro si potrebbe fare se non qui?”.

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