URBINO – In Italia sono in aumento i giornalisti vittime di minacce e intimidazioni: nel primo trimestre del 2014 i casi segnalati sono il 50 per cento in più rispetto alla media degli scorsi tre anni. Sono i nuovi dati diffusi oggi da Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio nazionale sul fenomeno dei giornalisti minacciati. Nel corso della conferenza stampa a Roma, il direttore Alberto Spampinato ha annunciato la partecipazione al progetto internazionale “Safety net for european journalists” (Rete di sicurezza per i giornalisti europei), coordinato dall’Osservatorio Balcani e Caucaso di Rovereto e sostenuto dalla Commissione europea.
L’iniziativa prevede la creazione di una collaborazione tra undici paesi – oltre all’Italia ci sono Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia, Slovenia e Turchia – per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul fenomeno e la diffusione dei dati su una piattaforma online. Spampinato ha inoltre annunciato che verrà realizzato un manuale, in nove lingue, sulla base delle esigenze dei giornalisti stessi riguardo alla protezione fisica e giuridica di chi fa informazione.
Riguardo alla situazione in Italia, Ossigeno per l’informazione ha anticipato alcuni dati contenuti nel suo prossimo Rapporto annuale. Nei primi tre mesi del 2014 sono stati registrati 151 episodi di minacce, intimidazioni o aggressioni. In totale, dal 2006 a oggi, le vittime di intimidazioni sono 1837, di cui 1227 negli ultimi tre anni. Si tratta per il 43 per cento di avvertimenti, per il 36 per cento di abusi di diritto e querele presentate solo con lo scopo di spaventare e per il 21 per cento di aggressioni e danneggiamenti. Dal 2014, inoltre, Ossigeno ha cominciato a catalogare come intimidazioni anche gli “ostacoli all’informazione” che si realizzano senza commettere illeciti come, ad esempio, gli episodi di discriminazione: finora sono stati registrati 17 casi di questo tipo.
“Molte di queste intimidazioni – ha affermato Spampinato – sono rese possibili da norme concepite in modo punitivo nei confronti dei giornalisti, da norme che consentono facili abusi, quali ad esempio le querele pretestuose”. “Ogni paese deve affrontare questi problemi – ha continuato – perché queste cose non accadono solo in Italia”.
Nel corso della conferenza, alcuni giornalisti hanno raccontato recenti episodi di intimidazioni di cui sono stati vittime. Tra di loro Andrea Cinquegrani, direttore di La voce delle voci, una testata pignorata dopo una causa per diffamazione, e Claudio Pappaianni, collaboratore dell’Espresso, minacciato di querela il mese scorso da don Antonio Polese, il “boss delle cerimonie” della trasmissione di Real Time: Pappaianni aveva scritto di presunti legami tra Polese e il camorrista Raffaele Cutolo. Il direttore del quotidiano online Tuttoggi.info, Claudio Ceraso, ha invece raccontato di aver subito il sequestro preventivo di tre articoli contenenti intercettazioni che riguardavano lo scandalo della Banca popolare di Spoleto.