URBINO – “La lettura è il più raffinato e formidabile esercizio di astrazione che gli uomini possono fare: trasformare un elemento scritto in un intero universo di fantasia”. Piero Dorfles, giornalista e critico letterario, non potrebbe farne a meno e lo ha spiegato durante la presentazione del suo ultimo lavoro, I cento libri che rendono più ricca la nostra vita, alla libreria Montefeltro. Evento che ha aperto il Festival di giornalismo culturale di Urbino, organizzato e diretto dalla professoressa Lella Mazzoli e dal giornalista Rai Giorgio Zanchini.
Dorfles ama la lettura e i romanzi, e ha scelto di selezionarne alcuni, quelli che definisce “un patrimonio comune ineludibile”, per farne un libro. Sono cento e uno, per la precisione. E quell’uno in coda è un racconto: La metamorfosi di Kafka. Sono opere “che è bene aver letto perché sono entrate a far parte dell’immaginario letterario collettivo – scrive Dorfles nella prefazione – quei libri che potete sentir citare in un discorso, in un saggio, in una chiacchiera da bar”.
Nel suo saggio l’autore fa riferimento a titoli e autori importanti come Márquez, Svevo, Dickens, Conrad, Roth, Tolstoj. Una lista di nomi prestigiosi e generalmente apprezzati. Il lettore abituale però, come ha sottolineato il professor Giovanni Bogliolo, ex rettore dell’università “Carlo Bo”, leggendo questo elenco “è portato a cercare più le assenze che le presenze. Si lamenta che certi libri che ama o che ha amato non ci siano”. Dorfles ha poi precisato: “Con estremo dolore ho dovuto ‘togliere’. Non ho citato libri che amo, come Senilità di Italo Svevo. Ho invece incluso alcuni romanzi che non amo perché li considero imperdibili, utili”.