URBINO – “Un giornalista o è un giornalista culturale o non è un giornalista”: la pensa così Armando Massarenti, responsabile della Domenica del Sole 24 Ore e promotore del Manifesto per la cultura pubblicato nel 2012. La giornata conclusiva del Festival si apre con una riflessione sul ruolo dell’intellettuale e sullo spazio che i media riservano alle notizie che non sono di stretta attualità.
“Ogni giorno i temi più interessanti che meriterebbero un maggior approfondimento devono competere con le notizie dell’ultim’ora – sostiene Massarenti – e inevitabilmente perdono la loro battaglia e vengono relegati in confini sempre più stretti“.
Il giornalista fa una riflessione sul rapporto tra la cultura e la crescita del Paese. Per far ripartire l’economia italiana non è più possibile separare la politica dalla cultura. Quest’ultima deve entrare nelle istituzioni ed essere il vero motore dello sviluppo. “Noi non abbiamo una Royal Academy in grado di influenzare le decisioni dello Stato, anzi, le nostre rappresentanze politiche sono convinte di poter fare a meno di competenze precise e scientifiche delle materie di cui si occupano”. Secondo Massarenti il Senato, ad esempio, dovrebbe essere riabilitato diventando contenitore di competenze e conoscenze.
Sono due le chiavi per ripartire: imparare a usare bene la lingua, soprattutto quella scritta e a servirsi della logica. Ecco le basi per formare la capacità critica dei cittadini che però, sempre più spesso, manca a chi ci governa. “Viva i filosofi dentro le nostre istituzioni” è con questo motto che Massarenti saluta il Festival del giornalismo culturale.