URBINO – “La prima parte della Costituzione, quella sulle libertà ed i diritti, è molto bella, forse la più bella del mondo, ma la seconda, quella sull’organizzazione dello Stato fa acqua da tutte le parti”. Ha esordito così, provocatoriamente, Massimo Rubechi, docente universitario e consigliere giuridico del Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. L’occasione è stato l’incontro speciale organizzato all’interno di UrbinoLab, corso di formazione politica lanciato quest’anno dal PD locale, giovedì 5 febbraio.
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“Il governo Renzi si sta impegnando per risolvere le cosiddette ‘pagine aperte'” ha continuato il professore di diritto costituzionale dell’Università di Urbino. Con quest’espressione, coniata dal giurista Augusto Barbera, si indicano alcuni nodi non sciolti all’interno della Costituzione in quanto realizzati come compromesso, un non accordo: le competenze e la formazione del Senato, il ruolo delle Regioni e la struttura del governo. Ed in particolar modo l’attuale esecutivo sta lavorando alle prime due, insieme alla riforma della legge elettorale.
Il professore ha proseguito spiegando alle circa 40 persone presenti come tramite la modifica del Titolo V della carta costituzionale e della parte relativa al Senato si miri a realizzare un nuovo tipo di Camera, definita delle autonomie. All’interno di questa siederanno rappresentanti delle regioni, scelti all’interno dei Consigli regionali e tra i sindaci, in modo da dare l’effettiva possibilità agli enti costituiti nel 1970 di occuparsi dei temi di loro competenza. Il nuovo Senato non voterà più la fiducia al governo e non parteciperà più per molte questioni al procedimento legislativo.
Interrogato sul fatto se la nuova legge elettorale possa dare o meno un vincitore la sera stessa delle votazioni Rubechi ha risposto: “Sì, ma fino ad un certo punto: se si andasse ad elezioni anticipate senza aver completato la riforma del Senato si voterebbe con l’Italicum alla Camera e il proporzionale puro al Senato stesso. Si potrebbe verificare una situazione simile a quella con il Porcellum: una maggioranza in un’aula, un’altra nella seconda”. Poi scrive su un cartellone le due diverse versioni dell’Italicum: quella votata al Senato a fine gennaio e quella che era passata alla Camera a marzo dell’anno scorso.
L’incontro si è concluso con un auspicio da parte del professore: “I punti cardine delle riforme vengano mantenuti in maniera definitiva, senza più conservare il sistema finora presente”. Certamente le preoccupazioni sono relative alla recente rottura del patto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Rubechi infatti ha lasciato intendere che ci saranno difficoltà: “Speriamo che le riforme vadano avanti, ma dopo l’elezione di Sergio Mattarella e le sue ripercussioni politiche, non so cosa possa succedere”