URBINO – Gli abitanti di Montesoffio non ce la fanno più ad aspettare: i lavori di copertura Adsl della frazione urbinate dovevano finire nel 2013, ma il servizio è ancora parziale. Così la zona che va da Montesoffio a Ca’ Lagia è un “punto buio” e per estendere il segnale sarebbe necessario creare un “ponte”, installando un’altra antenna a Monte Spadaro. Ma il luogo sul quale dovrebbe essere installata è al centro di una trattativa che dura da mesi tra la Curia, proprietaria del terreno, e l’azienda Esaway. Un accordo che non si chiude a causa dell’affitto troppo alto chiesto dalla stessa Curia.
La Curia chiede infatti 10.000 euro all’anno di affitto, cifra che Esaway, che ha già lavorato per la copertura wireless in tutta la provincia nell’ambito del Piano strategico regionale, ritiene insostenibile, considerando anche che l’antenna servirebbe solo tre o quattro famiglie, che pagherebbero un abbonamento mensile di circa 20 euro ciascuna. In 12 mesi, l’azienda di telecomunicazioni guadagnerebbe appena un migliaio di euro a fronte di una spesa dieci volte più alta.
“L’azienda è pronta a investire – assicura Esaway – per rispondere alle richieste degli abitanti, esattamente come abbiamo fatto nella frazione Secchiano di Cagli e a Babucce nel comune di Tavullia, ma a fronte di una somma proporzionata”.
Mentre l’Arcidiocesi rimane ferma sulle sue posizioni e attende una risposta alla proposta fatta, lunedì Esaway tornerà a Montesoffio per incontrare un privato, proprietario di un altro terreno a Monte Spadaro, che potrebbe rappresentare la soluzione alternativa per risolvere la questione.
“Speriamo che questo faccia ragionare la Curia – ha affermato durante un’intervista all’Ifg il Sindaco di Urbino Maurizio Gambini, impegnato nella mediazione tra i due contendenti – perché venga incontro alla ditta”.
Due giorni fa, intanto, il circolo Arci di Montesoffio ha lanciato una raccolta di firme per sollecitare la mediazione, chiedendo di incontrare il sindaco: “La politica deve lavorare per un accordo tra le parti. Siamo stanchi di essere emarginati – affermano – i nostri studenti, le aziende agricole, gli agriturismi sono tutti tagliati fuori. Come faremo quando tra due anni sarà tutto digitalizzato?”.
Favorevole a una mediazione, l’ex assessore provinciale Tarcisio Porto, che anche da assessore regionale seguì il progetto di digitalizzazione della provincia: “Questa situazione si può risolvere subito, basta che Curia, politica e azienda si mettano attorno a un tavolo”. E aggiunge: “La Curia non dovrebbe lucrare. Papa Francesco dovrebbe fare un appello perché le curie mettano a disposizione i patrimoni che, sebbene privati, hanno una valenza pubblica”.